Barbara D’Urso | La Procura di Napoli chiede un processo a suo carico

Barbara D’Urso potrebbe comparire in tribunale: la procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio della presentatrice e di alcuni suoi collaboratori.

Barbara D'Urso processo
Barbara D’Urso (Fonte: Instagram)

I fatti per cui Barbara D’Urso e alcune persone del suo staff potrebbero dovere comparire davanti al giudice risalgono al 2017 e fanno riferimento a un servizio giornalistico realizzato per la trasmissione Pomeriggio 5.

Il servizio incriminato si intitolava “Inchiesta Shock su Don Euro” e trattava la vicenda di un sacerdote (oggi ex sacerdote) colpevole di aver intrattenuto relazioni proibite con vari ragazzi in cambio di denaro.

Barbara D’Urso e i suoi collaboratori sarebbero colpevoli di non aver protetto la privacy di un giovane la cui vita venne completamente rovinata da quel servizio.

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Fonte foto: Instagram livenoneladurso

Il ragazzo che si è rivolto a un avvocato per ottenere giustizia nei confronti di Barbara D’Urso e della redazione di Pomeriggio 5, è originario di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli.

Il giovane in questione veniva citato nel servizio televisivo grazie alle rivelazioni di Francesco Mangiacapra, un uomo che si definisce apertamente gigolò e che era stato pagato dal sacerdote per intrattenere rapporti intimi con lui.

Grazie a Mangiacapra sono state fornite anche prove video della condotta dell’ex sacerdote e dei suoi “incontri proibiti” con vari giovani.

Purtroppo, nei video ottenuti da Pomeriggio 5 e che poi sarebbero andati in onda, il viso del ragazzo è stato mostrato senza alcuna censura. Purtroppo, il ragazzo coinvolto nel video non era stato informato della cosa e non gli era stato chiesto alcun permesso per l’utilizzo della sua immagine in televisione.

Le conseguenze del servizio furono disastrose: il giovane all’epoca era fidanzato da tre anni con un ragazzo ma non aveva mai fatto coming out. 

Il servizio di Pomeriggio 5 rivelò quindi dei dettagli della sua vita personale che il giovane avrebbe voluto far rimanere privati: i genitori del ragazzo scoprirono la verità sul proprio figlio guardando il servizio televisivo e da quel momento le cose precipitarono.

Il giovane si trovò costretto in brevissimo tempo a cambiare città e a gestire contemporaneamente le pesantissime ripercussioni che il servizio di Barbara D’Urso stava avendo sulla sua vita: perse il lavoro e venne lasciato dal fidanzato.

A quel punto decise di rivolgersi a un avvocato e accusare Barbara D’Urso e il suo staff di diffamazione. L’avvocato Giovanna Ziello presentò una querela e partirono le indagini preliminari coordinate dal PA Vincenzo Piscitelli.

Dopo la prima fase delle indagini, il Pubblico Ministero Claudio Onorati ha richiesto il rinvio a giudizio per tutti i querelati.

Parallelamente a questo iter giuridico si sta svolgendo anche un processo civile: se i giornalisti di Pomeriggio 5 dovessero essere riconosciuti colpevoli, il giovane di San Giorgio a Cremano potrebbe ricevere i cinquecentomila Euro che ha richiesto come risarcimento per i danni che il servizio ha provocato alla sua vita sociale.

Come ha dichiarato l’avvocato Ziello al Corriere del Mezzogiorno, gli accusati si difesero inizialmente affermando di aver esercitato il diritto di cronaca che è proprio di ogni giornalista. Purtroppo però la leggerezza con cui vennero diffuse informazioni assolutamente personali non relative al sacerdote ma relative a una terza persona potrebbe costare carissimo a Barbara D’Urso e alla sua redazione.

Cancellare i programmi di Barbara D'Urso la petizione on line sfiore le 200 mila firme
Fonte foto: Instagram Livenonèladurso

Non si tratta di un momento facile per Barbara D’Urso: la conduttrice è finita nel mirino dei telespettatori dopo la preghiera in diretta con Matteo Salvini. La petizione per chiudere i suoi programmi ha raccolto finora centinaia di migliaia di firme.

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