Il Coronavirus ha provocato le morti di due impiegati di un ufficio Poste Italiane di Bergamo. Mentre si procede a sanificare gli uffici per evitare i contagi i postini chiedono la sospensione dei servizi.
L’azienda Poste Italiane fornisce un servizio fondamentale per i cittadini, pertanto i suoi lavoratori sono tenuti a rimanere ai loro posti di lavoro nonostante il fatto che milioni di altri cittadini sono costretti alla quarantena.
Questo espone gli impiegati degli uffici postali e soprattutto i portalettere di Poste Italiane a un alto rischio di contagio: i due morti di Bergamo sono la prova tangibile di questa situazione.
I lavoratori chiedono tutele e sospensione del servizio, ritenuto “non strettamente necessario” alla sopravvivenza logistica dell’Italia in questo momento storico. Si passerà allo sciopero?
Poste Italiane: due morti di Coronavirus a Bergamo, si chiede lo stop
Il contatto con il pubblico è assolutamente inevitabile per tutti i lavoratori di Poste Italiane, sia per coloro che lavorano agli sportelli sia per coloro che provvedono a consegnare la posta tutti i giorni.
Per questo motivo non stupisce se si sono registrati a pochissima distanza di tempo l’uno dall’altro due decessi tra i lavoratori di Poste.
La segretaria Slc – Ggil di Bergamo Marisa Adobati ha denunciato le condizioni di lavoro a cui sono costretti gli impiegati di Poste Italiane per quelli che ormai vengono percepiti come futili motivi e non come necessità innegabili dello Stato.
“Il recapito di un bollettino di abbonamento a Frate Indovino o della marea di avvisi di mancata consegna di raccomandate non è da considerarsi espletamento di servizi essenziali. Molte scadenze fiscali e invii di notifica sono stati sospesi per decreto” ha aggiunto la segretaria, motivando in questo modo la proposta di fermare la consegna della posta per proteggere i lavoratori dell’azienda.
Tra gli altri problemi continuamente denunciati dai lavoratori c’è la mancanza di strumenti di protezione come mascherine e guanti, che con il loro numero esiguo non riescono a coprire la necessità di tutti i dipendenti distribuiti nei vai uffici.
In questa terribile situazione di pressione e paura i lavoratori di Poste Italiane stanno sviluppando un profondo disagio sul posto di lavoro e anche la convinzione che lo Stato non intenda tutelarli. Per questo motivo non si può escludere uno sciopero su scala nazionale dei lavoratori di Poste Italiane: un’eventualità che renderebbe ancora più difficile il mantenimento di quel residuo stato di normalità che sta aiutando i cittadini italiani a resistere alla crisi sanitaria.
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Purtroppo però alcuni cittadini hanno deciso di utilizzare la necessità di recarsi all’ufficio postale come una scusa per fare una passeggiata a norma di legge, evitando così multe e condanne penali. Anche questo comportamento sta esasperando gli sportellisti di Poste Italiane, che vedono la propria salute messa a rischio per il comportamento irresponsabile di molti italiani.
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