Televisione | Paolo Ruffini pronto per il remake de “La pupa e il secchione”

Paolo Ruffini riporta “La pupa e il secchione” in prima serata, a partire da domani, alle 21.20. C’è grande attesa ma anche tanta voglia di stupire abbattendo i pregiudizi.

Paolo Ruffini
Fonte: Instagram @paolinoruffini

Paolo Ruffini, balzato recentemente alle cronache per la sua rottura con la collega Diana Del Bufalo, è pronto a tornare in televisione con il sequel de “La pupa e il secchione”. Il format che ha fatto tanto successo agli inizi del millennio viene riproposto, televisivamente, parecchi anni dopo con qualche modifica, come suggerisce il sottotitolo “E viceversa”.

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La cosa che capiamo da subito è che, stavolta, si vuole andare contro gli stereotipi: il trash, come al solito, farà da padrone ma con un pizzico di ragionevolezza in più (se possibile). Paolo Ruffini assicura che la trasmissione è molto migliorata ed è stata resa più accattivante, a cominciare dalla location: non più uno studio televisivo ma una villa dove i protagonisti e il conduttore si divertiranno a giocare con la cultura generale in una sorta di docu-reality perenne.

Paolo Ruffini: “Porto la cultura del divertimento in tivù”

Paolo Ruffini
Fonte: Instagram @paolinoruffini

C’era bisogno di un programma simile? Evidentemente sì, perchè malgrado tutto – le dicerie in merito a determinate volgarità e uscite sopra le righe proposte in passato – in moltissimi amano l’umorismo leggermente pecoreccio e meno raffinato basato sull’equivoco e la trivialità. Ruffini, anche autore del nuovo format, cercherà di tenere insieme tutto questo senza però far scadere “La pupa e il secchione” nella banalità più becera.

Ruffini, del resto, non è nuovo a misurarsi con sfide dedicate: è stato fra i primi a portare la disabilità in televisione, mettendo in gioco le peculiarità artistiche e tecniche di ragazzi con la sindrome di Down. Anche in tal caso, inizialmente, veniva guardato con diffidenza, ma poi i fatti – e la concretezza delle sue opere – gli hanno dato ragione.

Stavolta, seppur in contesti totalmente diversi, è chiamato a fare lo stesso: ridare credibilità ad un contenuto che parte (domani in prima serata) con diffidenza. Il timore è che il pubblico possa premiare meno, rispetto alla prima edizione del programma, la benevolenza di autori e protagonisti nel proporre qualcosa che guarda inevitabilmente al passato senza, però, scimmiottarlo.

Il conduttore storico di Colorado non nasconde un filo di tensione, data dalla voglia di far bene, prima della partenza. A chi lo accusa preventivamente, di veicolare ignoranza con programmi del genere risponde così: “È una trasmissione leggera e il dibattito culturale che ne segue è interessante: l’inconsapevolezza e l’incultura dei protagonisti non è votata a fini perniciosi: non credo che non sapere delle cose ti renda meno intelligente. Personalmente preferisco stare con persone che ostentano di meno ma che, magari, sono più sensibili e mostrano un’intelligenza emotiva migliore di chi se la crede un po’ di più“. Allora prepariamoci a vedere “La pupa e il secchione” sotto un altro punto di vista: quello di un mattatore sensibile che piega la cultura generale alle esigenze e ai paradigmi del divertimento più sfrenato.

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