Tatuaggi mania | Ora si tatuano anche gli animali

I tatuaggi sono divenuti una tale mania da spingerci a imprimerli anche sulla pelle dei nostri animali un disegno: arte o abuso?

Foto da iStock

Era il 2014 quando il mondo si scandalizzò per il folle gesto di un tatuatore di Brooklyn, tale Mistah Metro (nome d’arte non tra i tatuatori più celebri al mondo), che, approfittando del fatto che il suo pit bull, Sion, fosse sotto anestesia per l’asportazione della milza, gli aveva tatuato, sul corpo, un cuore con, all’interno, il suo nome e quello di sua moglie. Orgoglioso del folle gesto, e sopratutto allegramente inconsapevole della scelleratezza di quanto fatto, condivise la foto dell’opera sui social, attirando una vera e propria tempesta di critiche, spesso anche molto pesanti.

L’Aspca, American Society for the Prevention of Cruelty to Animals, era intervenuta così sull’argomento:

«Il tatuaggio di un animale per il divertimento del proprietario, senza alcun interesse per il benessere dell’animale, non è qualcosa che possiamo sostenere». 

Il gesto sembrava insomma letteralmente inaccettabile ma forse non avrebbe dovuto stupirci più di tanto. Già un anno prima l’Aidaa, l’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente, aveva lanciato l’allarme:

«Era una questione solo di tempo; ora la moda di tatuare i cani è arrivata anche in Italia. Sono diverse le segnalazioni che tutti i giorni riceviamo di persone che inorridite ci mandano fotografie di cani di piccola e media taglia rasati e tatuati su buona parte del corpo. Dalle prime stime sarebbero oltre duemila i cani tatuati su buona parte del corpo, in Italia». 

E pensare che eravamo solo all’inizio. Siamo infatti arrivati quasi al 2020 e tatuare cani e gatti pare essere incredibilmente divenuta una vera e propria moda, tanto dilagante quanto allarmante.

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Tatuaggi sugli animali | La folle moda del momento

tatuaggi animali

«La legge italiana non proibisce, in linea di principio, di tatuare i cani, sempre che i tatuaggi siano eseguiti con colori e coloranti naturali; questo, però, non tiene conto del fatto che tatuare un cane vuol dire infliggergli dolore fisico, a volte insopportabile anche per gli umani»

Così spiegava l’Aidaa qualche anno fa ma oggi, vedendo che il fenomeno dei tatuaggi sugli animali non accenna a placarsi, torna sull’argomento con molta più decisione:

«Sono oramai oltre trentamila i cani e i gatti tatuati in Italia. Si tratta di tatuaggi composti da colori non tossici, ma questa moda è, a nostro avviso, molto, ma molto discutibile. Infatti, se i colori non sono tossici (ma non abbiamo la certezza che tutti non lo siano e che comunque quelli usati non siano tossici per i nostri amici a quattro zampe), il tatuaggio crea comunque uno stress al nostro amico peloso, ma, soprattutto, dal nostro punto di vista, lo deturpa nel suo aspetto. Per quanto riguarda l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente sarebbe buona cosa evitare queste pagliacciate sui cani e i gatti che sono bellissimi di natura».

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Una dura sentenza ma ammettiamo che il termine “pagliacciata” ci sembra ben descrivere questa moda sempre più dilagante, almeno quanto la mania dei tatuaggi uno tira l’altro che sembra aver contaggiato buona parte del Bel Paese.

A quanto pare infatti, mentre un essere umano è libero di dire la sua sul tema tatuaggi e, soprattutto, di scegliere se applicarlo o meno sul proprio corpo, un animale non ha scelta, subisce la decisione di chi gli è padrone, in questo caso nella peggiore accezione del termine.

Che il confine tra arte e abuso sia oramai stato ineluttabilmente valicato? A voi l’ardua sentenza.

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