Musica | Il mistero di Liberato, l’ultima trovata del cantautore napoletano

Liberato, il Cavaliere Oscuro della musica italiana, sta per tornare con un nuovo evento live. L’appuntamento è il 25 aprile al Forum di Assago.

Liberato annuncia il nuovo concerto
Liberato annuncia il nuovo concerto (Facebook)

Parla inglese come Renzi, ma con l’accento di Di Maio. Con la politica non c’entra nulla ma le sue parole colpiscono più d’un qualunque comizio: riempie stadi, piazze e palazzetti partendo da Napoli, Mergellina, da quei luoghi così popolari soltanto per certi aspetti che, purtroppo, il più delle volte escludono l’armonia.

La melodia di un bacio, l’impatto di un sorriso, la necessità di un abbraccio. Canta idealmente tutto questo restando fermo, e nascosto dietro un beat: è l’assenza che diviene presenza, una voce, uno stile, una suggestione che muta perennemente nel tempo e nello spazio con l’ausilio di un cappuccio. In una parola: Liberato.

Liberato, genesi ed evoluzione di un successo artistico

Liberato pronto per un nuovo live
Liberato pronto per un nuovo live (Twitter)

L’artista più poliedrico del nostro Paese, che ha rivoluzionato un genere, l’indie, restando indipendente sul serio. Diventando indispensabile ancor di più nel momento in cui hanno cominciato a chiedersi chi effettivamente fosse. In un tempo in cui dobbiamo – per forza di cose – credere di avere una risposta a tutto, Liberato è l’eccezione che conferma la regola.

Si impone nelle coscienze solo con la forza della musica: un cantautore anonimo nelle fattezze che diventa famoso, è l’estremizzazione del pop che trasforma e cambia la celebrità. Popolarità d’avanguardia, nessuno guarda chi sei ma come sei. Un allegoria perenne, la sineddoche delle hit parade: la parte per il tutto.

Nasce artisticamente nel 2017, quando esce con il singolo “Nove maggio”. Il suo simbolo è una rosa, probabilmente un riferimento alla canzone napoletana: “Dicitencello ch’è na rosa ‘e maggio/Ch’è assaje cchiù bella ‘e na jurnata ‘e sole”, proprio questa velleità artistica viene tradotta in video e canzoni scritte, composte e ambientate in Campania, presso crocevia poco battuti, se non per serie tv a tema o per vicende tutt’altro che urbane aventi a che fare più con la cronaca che con il folklore.

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Liberato fonde la melodia napoletana con le influenze HipHop e R&B. Anno dopo anno diventa celebre, in particolare grazie a canzoni come “Intostreet”, “Tu t’è scurdat e me” e “Me stai appennen’ amo’”. Settoriali, certo, ma anche internazionali dal momento che Liberato anche se canta in lingua partenopea rappresenta una comunità che non è esclusivamente quella napoletana, ma un collettivo fatto da tutti coloro che vogliono sentire con il cuore prima che con le orecchie.

Canta l’affettività, l’emarginazione e il riscatto sociale. Nel giro di breve scala le classifiche grazie alla Rete – all’attivo ha un profilo Tumblr, dove è molto attivo, seguono account Instagram e pagina ufficiale Facebook – dove pubblica sporadicamente (sempre in incognito s’intende) per creare curiosità e appeal. Nel maggio 2019, ormai abbastanza conosciuto pur non essendo visibile, fa uscire cinque video che raccontano e descrivono altrettanti pezzi sotto la longa manus di Francesco Lettieri (regista, fra le altre cose, di Calcutta e altri grandi cantautori della scena indie rock italiana).

Cinque canzoni con il fine di anticipare l’album omonimo, “Liberato”, che altro non è che una summa del successo ottenuto dal 2017 al 2019. Parsimonia, costanza e volontà: le qualità non mancano, neppure gli eventi, dove l’artista si cela dietro l’ormai celebre giubbetto con la scritta “Liberato” e il volto coperto da un cappuccio nero.

Pochi giorni fa l’ennesimo indizio: alcune pizze nel cartone con su scritto “Milano XXV-IV”. Ce verimm’ là, recita la didascalia. Ci vediamo lì, in parole povere. Liberato sta per tornare. Il 25 aprile presso il Forum di Assago, il Cavaliere Oscuro della musica italiana ha ancora tante frecce al suo arco.

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