Morto Pete Frates | Ispirò l’Ice Bucket Challenge e si spegne a 34 anni

Pete Frates si è spento a 34 anni. Era divenuto famoso per la sua geniale iniziativa nota come Ice Bucket Challenge, solo un capitolo della sua lotta alla SLA

Pete Frates ice becket challenge
Foto da Twitter @PeteFrates3

Nel 2012 gli fu diagnosticata la SLA e due anni dopo, con  la sua battaglia contro le malattie neurodegenerative, ispirò l’Ice Bucket Challenge, la sfida che impegnò volti più e meno noti del mondo per raccogliere fondi a favore della ricerca sulla malattia.

Da David Beckham e Donald Trump, ma anche Mark Zuckerberg e Bill Gates, fino ad arrivare a personaggi di fantasia come Homer Simpson. Tutti si tirarono in testa secchi di acqua gelata e condivisero le immagini via social, invitando amici e conoscenti a fare lo stesso. Furono raccolti così 220 milioni di dollari in tutto il mondo ed il merito era di un uomo, colui a cui due anni prima avevano diagnosticato la SLA: Pete Frates.

Quell’uomo oggi non c’è più.

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Pete Frates è morto: lo ricordiamo per l’indimenticabile Ice Bucket Challenge

Pete Frates SLA
Foto da Twitter @PeteFrates3

“La Ice Bucket Challenge rappresenta tutto ciò che c’è di buono in questo paese. E’ divertimento, amicizia, famiglia e fa la differenza per tutti noi che viviamo con la SLA”

Così lo stesso Pete Frates spiegò il significato di quella interminabile sequela di docce ghiacciate che sembrava aver contagiato il mondo.

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Lui, ex giocatore di baseball a livello collegiale, era divenuto così una vera icona della lotta alla SLA ed è per questo che il mondo oggi ha accolto come una vera doccia gelata (decisamente non divertente come quella da lui creata) la triste notizia data dalla famiglia con un messaggio:

“Il Paradiso ha accolto il nostro angelo”

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Frates era Cresciuto nei sobborghi di Boston e, proprio nella sua città, aveva frequentato il college e iniziato a giocare. Trasferitosi in Germania dopo la laurea, ritornò negli Stati Uniti per proseguire la carriera a livello amatoriale. Nel 2011, dopo un infortunio la cui guarigione aveva richiesto più tempo del previsto, Frates si era sottoposto a una lunga serie di esami, fino alla diagnosi nel 2012: sclerosi laterale amiotrofica.

“L’uomo ai piani alti ha un piano per me – dichiarò Frates dopo la diagnosi – ho accettato questa situazione ma ci sono tante persone che non hanno il mio stesso supporto o i miei vantaggi, e voglio aiutarle”.

Pete Frates lascia una moglie, Julie, e una figlia Lucy, ma anche una preziosa eredità. No, non si tratta solo di 220 milioni di dollari ma di un carico di enorme la speranza e voglia di lottare. Chissà che prima o poi non possa esser trovata una cura per la SLA e le altre malattie neurodegenerative: allora sì che festeggeremo e con tante nuove secchiate di ghiaccio, ricordando Pete Frates.

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