Partita Iva | Gli eroi del XXI secolo? I trentenni con la partita iva

Trent’anni e con la partita iva, il ritratto degli eroi di oggi. Perché? Ce lo spiega proprio una di loro, una eroina della partita iva.

dichiarazione delle tasse
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Concita De Gregori condivide nella sua rubrica, Invece Concita – Il luogo delle vostre storie, la storia di Roberta Giuffrida, quasi 33 anni, un figlio di due e mezzo, educatrice alla teatralità, autodefinitasi “eroina della partita Iva“.

Già perché nel XXI secolo i supereroi non sono più misteriose figure con maschere, mantello e poteri speciali, bensì giovani che, giorno dopo giorno, cercano di sopravvivere a una vita da libero professionisti o presunti tali.

Occorre infatti partire dal presupposto che non sempre chi apre una partita iva è un imprenditore o simili, spesso si tratta di giovani che hanno trovato in questo strumento l’unica via per portare a casa uno stipendio (o quasi) a fine mese.

Loro, proprio come i classici eroi, hanno tanti nemici. Le forze del male sono coloro che lavorano a costo zero, quelli che promettono professionalità a prezzi inconcepibili, le spese che non mancano mai, i piccoli sfizi da togliersi per sentirsi ancora vivi anche senza poterselo permettere.

Ma un vero eroe non si scoraggi dinnanzi al pericolosa alza la testa e va per la sua strada convinto che, alla fine, trionferà.

Tutto ciò può però essere spiegato al meglio solo dai diretti interessati, dagli eroi appunto.

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I trentenni con partita iva sono gli eroi del XXi secolo

libero professionista
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Ecco il messaggio di Roberta Giuffrida, quasi 33 anni, condiviso proprio da Concita De Gregori.

“Eroe. Un tempo era colui che andava incontro alla morte per garantire agli altri un futuro migliore. Oggi è un trentenne con la partita Iva. Si, è vero, può sembrare un po’ autoreferenziale. Lo è. Io mi reputo un’eroina. Dicono che i trenta/quarantenni di oggi andranno in pensione a 75 anni. E noi partite iva quando? Un libero professionista lavora finché ce la fa. Intanto facciamo gli eroi.
Eroi che al lordo prendono troppo, anche se in quel lordo ci sono le tasse; c’è una quota versata in un fondo pensionistico privato; una in un’assicurazione annuale per infortuni; una in un fondo malattia, che se hai figli non si sa mai. In ultimo una quota per la formazione professionale, se vuoi stare al passo coi tempi. C’è anche una quota dedicata alla preparazione del lavoro che andrai a svolgere (è talmente ‘invisibile’ che la dimenticavo anch’io). E poi benzina e manutenzione dell’auto; la spesa; l’affitto o il mutuo; le tasse sulla casa (che se è tua si sommano al mutuo, ma a quel punto sei un privilegiato, arrangiati!). Se sei donna è tutto più complicato, con buona pace dei tuoi figli. E poi vorrai vestirti? Mettere da parte qualche soldo per gli imprevisti? Permetterti una volta di andare a teatro? Concederti una vacanza? A questo punto sei già in perdita ancora prima di iniziare a lavorare, ma non ti perdi d’animo, non hai alternative. Incrementi l’offerta. Lavori dieci ore al giorno e poi un paio ancora a casa per preparare quello che farai l’indomani. Se il tuo coniuge ha un contratto da dipendente è eroe con te, perché ti sostiene, si accolla le spese più gravose, condivide le tue fatiche. Se ha una partita Iva siete eroi folli. Solo una cosa ti permette di andare avanti: sapere che se riuscirai sarà merito tuo e di chi crede in te. Ti arrabbi perché a volte la concorrenza è sleale, perché il un’Italia fondata sul volontariato chi lavora ‘a costo zero’ ti mette in crisi. Sei il paracadute di te stesso. I tuoi ammortizzatori sociali, la maternità, la cassa malattia sono i tuoi parenti. Siamo eroi con un esercito alle nostre spalle. Oggi dico grazie al mio esercito, metto un filo di trucco e vado avanti in quest’Italia che morirebbe senza volontariato e senza di noi”.

Fonte: http://invececoncita.blogautore.repubblica.it

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