(Tele)camera con vista sul BarLume: i mille volti di Lucia Mascino

Lucia Mascino, attrice poliedrica che si divide fra cinema, teatro e tivù, per gli appassionati è il commissario Fusco ma lei resta una vera e propria conferma nello spettacolo italiano.

Lucia Mascino alla premiere della seconda stagione di “Suburra” (Getty Images)

A Natale, da un paio d’anni a questa parte, ci si rifugia dalle parti di Marciana Marina, in Toscana. Al cospetto di un bar, per molti un prodotto televisivo, per parecchi altri una certezza. Il BarLume, centro nevralgico di una delle serie televisive più promettenti del recente passato, esiste (o meglio ne veniamo a conoscenza televisivamente) dal 2013 quando Sky decide di trasformare in spettacolo la penna di Marco Malvaldi. Così “I delitti del BarLume” diventa un appuntamento fisso da non poter trascurare.

Se inizialmente, complice anche la figura dell’indimenticato e indimenticabile Carlo Monni, le vicende erano incentrate esclusivamente sul cosiddetto “Quartetto uretra” composto da Ampelio Viviani – al quale poi è subentrato Emo Bandinelli, interpretato da Alessandro Benvenuti, dopo la dipartita del Monni – Pilade Del Tacca, Gino Rimediotti e Aldo Griffa (anziani vegliardi che passano il tempo al bar di Massimo Viviani, nipote di Ampelio, con la pretesa di risolvere casi) con il proseguo delle stagioni – 6 finora, con 12 episodi realizzati in totale – si è fatto strada un altro personaggio.

Dal BarLume a Suburra: Lucia Mascino, quando la femminilità diventa arte

Lucia Mascino e Filippo Timi, protagonisti de “I delitti del BarLume” (Getty Images)

Vittoria Fusco, commissario di questo piccolo angolo di paradiso toscano, che deve fronteggiare il crimine ma ancor prima l’incompetenza dei suoi sottoposti. Non è così scontato, infatti, che la Fusco riesca di volta in volta a risolvere i casi e, appunto, i delitti, se non ci fosse l’aiuto del Viviani o chi per lui (perchè in questo ‘simpatico carrozzone’ ci sono anche Stefano Fresi e Corrado Guzzanti), dato che il Cioni e Govoni non sono sempre una garanzia.

Se questi nomi vi suonano come nuovi, probabilmente è perchè non vi siete mai trovati in estate e sotto le feste natalizie a rivedere, gustandovi ogni episodio, questa saga che mischia il giallo alla commedia per fornire un affresco di pathos e divertimento. E Lucia Mascino è una delle interpreti a cui coniugare queste due essenze riesce meglio.

Il “Mascino della divisa”, potrebbe pensare qualcuno, dato che ha rivelato lei stessa che durante le riprese del BarLume è un po’ come tornare a scuola: rivedere gli stessi amici e colleghi, le stesse persone, che la scambiano per commissario e la lasciano passare indisturbata (non prima di averle chiesto un selfie) per le strade di Marciana Marina. In realtà la Fusco è proprio brava, artista e personaggio coesistono alla perfezione. Nessuno invade l’altro eccessivamente.

Infatti Lucia Mascino è una delle poche attrici a non esser rimasta schiava di una maschera scenica che l’ha resa celebre: possiamo, quindi, vederla in “Suburra – La serie” nei panni della parlamentare corrotta Gabriella Santi o nelle vesti di un’insegnante esasperata ne “La prima pietra” di Rolando Ravello senza essere pervasi da quella abitudine malsana (talvolta) di associarla sempre e soltanto ad un carattere scenico.

Questo è possibile perchè Lucia ha fatto tanto negli anni, non solo cinema e tivù, ma anche tanto teatro. Shakepeare, Stendhal, Eschilo per citare alcuni autori da cui ha tratto spunto nelle opere che ha rappresentato, per poi passare alla collaborazione di lunga data con Filippo Timi (perchè nemmeno il Viviani fa soltanto il barista) in “Amleto”, “Giuliett’e Romeo, m’engolfi l’core, amore”, “La sirenetta”, “Il popolo non ha il pane? Diamogli le brioche” e molti altri lavori che, insieme all’attore e regista, l’hanno accompagnata fino ad aprire il famoso bar sinonimo di speranze e concordia.

Sul grande schermo, invece, la Mascino seleziona autori e registi con parsimonia: i lavori in cui l’abbiamo vista sono parecchi, così come altrettanti sono i ruoli nei quali ha saputo distinguersi, ma soltanto perchè – con merito – lavora da parecchio riscuotendo il consenso degli addetti ai lavori. In realtà i progetti a cui prende parte non sono (quasi) mai banali: come non ricordare “Viva la libertà” di Roberto Andò o “Fraulein – una fiaba d’inverno” al fianco di Christian De Sica in una veste inedita rispetto al solito. Per poi passare da Carlo Mazzacurati, ne “La sedia della felicità”, fino a “La trattativa”, diretta da Sabina Guzzanti per lasciare un’impronta tangibile e raccontare in modo diverso e, se vogliamo, dettagliato il binomio Stato-Mafia negli ultimi 25 anni in Italia.

Pezzi di un mosaico costruito con garbo e sfrontatezza, che permettono ai suoi tratti – non solo scenici – d’essere distinguibili e protagonisti sempre e comunque nonostante la diversa caratura del ruolo che va ad interpretare. La vedremo presto anche all’interno del nuovo e ultimo film, in ordine di tempo, di Aldo, Giovanni e Giacomo: “Odio l’estate”, un ritorno all’antico per i comici che troveranno nuovamente Massimo Venier alla regia.

Nel frattempo, però, prima di ammirarla nei panni della prossima protagonista di cui assumerà le fattezze, fate un salto al BarLume che i nuovi episodi stanno per arrivare sotto l’albero. Come è giusto che sia, per dar vita ad un rituale laico che riporta le famiglie davanti alla tivù con la voglia di stringersi ancora un po’ tra l’ennesima sfuriata della Fusco e un’altra dichiarazione mancata del Govoni. Comunque la si veda Lucia Mascino, per bravura, stile, bellezza, eleganza e competenza, sa entrare nell’immaginario collettivo di una generazione poiché è in grado di mantenere quello charme capace di renderla appropriata ovunque. Persino quando sbeffeggia Cioni sbattendo i pugni sul tavolo, con quegli applausi mancati che diventano realtà non appena la rivediamo in scena per l’ennesima performance inappuntabile.

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