Ladispoli, Marco e le parole prima della morte

La sera di mercoledi 10 luglio a Chi l’ha visto si è parlato ancora del giallo di Ladispoli

Marco Vannini e il suo audio che le televisioni hanno provato a ripulire il più possibile per renderlo chiaro: «Ti prego portami… Mi fa male, scusa». Con  queste parole pronunciate da Marco Vannini si può percepire la straziante l’agonia poco prima di morire a Ladispoli quattro anni fa nella casa della famiglia Ciontoli, la casa della sua fidanzata.

Chi l’ha Visto?, la trasmissione di Rai Tre guidata da Federica Sciarelli, ha mandato in onda l’audio privo di interferenze della telefonata al 118 fatta in un secondo momento da Antonio Ciontoli. In sottofondo le urla strazianti che non sono facili da sentire e da tradurre. Ci sono parecchi punti oscuri in questa storia che viene sentita ancora più drammatica a causa della riduzione della pena ai responsabili.

«Siamo stanchi degli insulti», ribadisce la mamma di Marco ai microfoni della trasmissione di Rai Tre. L’allusione è alle versioni dei Ciontoli e all’intervista del capofamiglia Antonio a “Storie Maledette”. ​«Spero che un giorno possano avere misericordia e perdonarmi», aveva detto alla conduttrice Franca Leosini. «Il perdono? Solo dopo 30 anni di carcere», rispondono i Vannini.

Questa trasmissione, aveva sollevato parecchio clamore già prima della messa in onda perché la mamma di Marco Vannini aveva sottolineato a “Chi l’ha Visto?” di non essere stata avvisata dell’esistenza di questa intervista.
L’a storia di Marco Vannini è una delle vicende giudiziarie più scure italiane che hanno più segnato l’opinione pubblica negli ultimi anni. Tante sono le persone che  si sono scagliati contro i giudici che hanno ridotto le pene ai responsabili. ​In primo grado, infatti, Ciontoli era stato condannato a 14 anni per omicidio volontario, poi derubricato a colposo in appello.

UNa storia di un ragazzo di 20 anni, molto legato alla fidanzata e alla famiglia di lei. Una storia triste. Una pagina pessima della cronaca italiana.

Marco Vannini, morte: la frustrazione dei genitori

La mamma di Marco Vannini, è vuota da quando le hanno portato via suo figlio, ora vuole giustizia e non si fermerà finché non l’avrà attenuta: “Io sento il suo profumo. Non facciamo più progetti con Valerio. Da quando Marco è stato ucciso sopravviviamo. È sconcertante vedere che un ragazzo di vent’anni, ammazzato nel fiore della sua  vita, è come se non fosse mai esistito. Mi fermerò solo alla fine e se non sarà finita ancora, dopo di me ci saranno i miei nipoti che chiederanno giustizia per loro cugino”

Le parole del padre di Marco, Valerio Vannini, fanno trapelare rabbia ma anche tanto dolore: “Sono demoni, hanno l’inferno dentro. Hanno detto che non si può crocifiggere una persona per un ‘errore’. A parte che non crocifiggi nessuno perché non è che lo mettono veramente in croce, però dato che ha fatto una cosa così grave, va punito per una cosa così grave. Anzi, vanno puniti, tutti quanti”. Poi aggiunge È stata la loro volontà a causarne la morte”. 

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