“Dovete dire la verità è la cosa migliore” il gelo sul giallo di Marco Vannini

Importanti novità nella serata di oggi sul giallo di Ladispoli, il caso Marco Vannini. ne hanno parlato su Rete 4 durante la trasmissione Quarto Grado

 

vannini fidanzataQuesta sera, durante la trasmissione di Rete 4 Quarto Grado sono state fatte ascoltare delle conversazioni tra Viola Giorgini e un’amica e di Federico Ciontoli, anch’egli con un amico, poco dopo l’omicidio di Marco Vannini.

Nello specifico, la versione resa in tribunale circa la ferita di Marco, attacca Marina Conte e Valerio Vannini che, secondo lei, “non dovevano andare in televisione ma chiudersi nel dolore per la morte del figlio. Forse sono stati consigliati ad essere sovrapposti mediaticamente”.

vannini omicidio

Invece l’amico- racconta terzobianrio.it.  mentre Federico racconta la notte dello sparo, lo invita a dire la verità “che è sempre la cosa migliore” perché anche a lui qualcosa non torna nel racconto che ha ascoltato in un primo momento.

Marco Vannini: sentenza appello

 

La sentenza di primo grado per l’omicidio di Marco Vannini ha condannato Antonio Ciontoli a 14 anni di reclusione per omicidio volontario (successivamente ridotta a 5 anni), mentre suo figlio Federico e la moglie Maria Pezzillo sono stati condannati a 3 anni di carcere con l’accusa di omicidio colposo. Assolta, invece, la fidanzata di Federico Ciontoli, Viola.

Martina, la fidanzata di Marco, è stata condannata anche lei a 3 anni. Stando a quanto dichiarato dalla ragazza durante il processo lei non sarebbe stata presente nel momento dello sparo ma la Procura non è dello stesso avviso. Infatti, spiegano: “la prova scientifica non esclude che Martina Ciontoli potesse essere presente al momento dello sparo e pertanto un riferimento esclusivo alla prova scientifica, da considerare come elemento neutro, non è certamente sufficiente, in presenza del dato evincibile dall’ambientale, a inficiare la ricostruzione dei fatti come operata da questo Ufficio. L’acclarata presenza di Martina al momento dello sparo rende del tutto non veritiera la sua dichiarazione secondo la quale né era presente né era a conoscenza dell’accaduto, come riferito dall’infermiera Ilaria Bianchi, accorsa con l’autoambulanza presso l’abitazione dei Ciontoli (non lo  so… io non so niente… non c’ero).”

Per i Pm lei sapeva dello sparo e della ferita ma non ha fatto nulla per velocizzare i soccorsi o aiutare i medici. Ha raccontato solo bugie per salvare il padre dalla perdita del lavoro. Se solo la famiglia Ciontoli avesse chiamato fin da subito l’ambulanza a quest’ora Marco potrebbe essere ancora vivo! Hanno condannato a morte una persona che aveva totale fiducia in loro e li considerava una famiglia.

Marco Vannini, morte: la frustrazione dei genitori

La mamma di Marco Vannini, è vuota da quando le hanno portato via suo figlio, ora vuole giustizia e non si fermerà finché non l’avrà attenuta: “Io sento il suo profumo. Non facciamo più progetti con Valerio. Da quando Marco è stato ucciso sopravviviamo. È sconcertante vedere che un ragazzo di vent’anni, ammazzato nel fiore della sua  vita, è come se non fosse mai esistito. Mi fermerò solo alla fine e se non sarà finita ancora, dopo di me ci saranno i miei nipoti che chiederanno giustizia per loro cugino”

Le parole del padre di Marco, Valerio Vannini, fanno trapelare rabbia ma anche tanto dolore: “Sono demoni, hanno l’inferno dentro. Hanno detto che non si può crocifiggere una persona per un ‘errore’. A parte che non crocifiggi nessuno perché non è che lo mettono veramente in croce, però dato che ha fatto una cosa così grave, va punito per una cosa così grave. Anzi, vanno puniti, tutti quanti”. Poi aggiunge È stata la loro volontà a causarne la morte”. 

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