Ansia in gravidanza e post parto: come affrontarla, sintomi e cure

Ansia in gravidanza e post parto: come nasce, come affrontarla, quali sintomi e conseguenze porta per la gestante e per il feto e come curarla

Ansia in gravidanza e post parto (Istock)

L’ansia in gravidanza è un disturbo poco approfondito rispetto ad altre patologie come la depressione post parto o cali dell’umore generali ma non per questo meno importante. I disturbi d’ansia in gravidanza hanno ricevuto minor attenzione rispetto alla depressione pur essendo altrettanto comuni e gli studi sono scarsi, poco specifici e metodologicamente poco rigorosi. L’ansia in gravidanza è associata a conseguenze negative sullo sviluppo fetale e alla possibilità di manifestare una depressione nel post parto. Una delle difficoltà a individuare i disturbi d’ansia durante la gravidanza dipende dalla sovrapposizione di sintomi fisici e psichici propri dell’esperienza di gravidanza con manifestazioni di un disturbo d’ansia specifico ( Disturbo Panico, Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Disturbo d’Ansia generalizzato, Disturbo Post-Traumatico da Stress PTSD). Paure comuni e diffuse tra le gravide possono riguardare: lo stato di salute della donna e del feto, la perdita del bambino, il timore del cambiamento del corpo, del ruolo genitoriale e sociale e la paura del parto. E’ importante sapere che gli ormoni dello stress attraversano la placenta. Il feto, quindi, risente della situazione materna, e le conseguenze possono essere significative. E’ stato infatti verificato, nei dati della letteratura internazionale, che l’ansia in gravidanza si associa a:

  • maggior rischio di parto pretermine
  • maggior rischio di ritardo di crescita
  • minore circonferenza cranica nei neonati, analogamente a quanto avviene per la somministrazione di farmaci cortisonici
  • accudimento ansioso del neonato, con conseguente ansia anche del nascituro da adulto.

Ma vediamo quali sono i sintomi legati al disturbo d’ansia in gravidanza e come possiamo uscirne senza danneggiare il feto

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Ansia in gravidanza e post parto: i sintomi fisici

Ansia in gravidanza e post parto (Istock)

L’ansia è una sensazione di attesa di un pericolo imminente, e rappresenta nel mondo animale una risposta adattativa, che aumenta l’efficacia della reazione di “attacco o fuga”. I segni fisiologici comprendono:

  • aumento della risposta del sistema nervoso simpatico, con battiti cardiaci e respirazione accelerati,
  • aumento dell’adrenalina e degli ormoni dello stress (cortisolo).
  • Viene accelerata l’immissione in circolo di glucosio, e la neoglucogenesi, cioè la capacità del fegato di produrre glucosio a partire dagli aminoacidi.
  • Aumenta il livello di allerta corticale, e tutto l’organismo si prepara di fronte ad una situazione di pericolo.
  • iperemesi, vomito, nausea, affaticamento, astenia, disturbi dell’alimentazione, disturbi del sonno, fenomeni come “gambe senza riposo” o pesanti

Il problema è quando il pericolo è immaginario e non consistente. In questo caso, l’attivazione di tutto il sistema può cronicizzare e portare a dei danni, innanzi tutto il peggioramento della qualità di vita di coloro (o colei, visto che parliamo di gravidanza) che si aspettano situazioni catastrofiche da un momento all’altro, senza che ci sia un reale motivo di pensare che questo si possa verificare. I disturbi d’ansia come l’ansia Generalizzata, Fobia, Disturbo Ossessivo Compulsivo,  Disturbi dell’adattamento, Disturbi di panico e Agorafobia, sono comuni in gravidanza come nel post parto quanto la depressione. I disturbi d’ansia oltre a condizionare la vita della donna possono, attraverso i concomitanti disturbi del sonno, concorrere all’insorgenza di depressione e/o Psicosi Puerperale: il disturbo psichico più grave per la neo mamma

L’ideazione ansiosa espressa durante la maternità (es.: paura della morte in culla, della morte improvvisa del bambino, paura di fare del male al bambino, ecc.), qualora si intensifichi raggiungendo una gravità psicopatologica, può indurre o rinforzare, attraverso comportamenti disfunzionali sollecitati dall’ansia, un peggioramento dell’assetto psichico (es.: timore morte in culla con ipervigilanza notturna, alterazione ritmo sonno-veglia, esordio depressivo e di psicosi puerperale).

Ansia in gravidanza e post parto: Chi è maggiormente a rischio?

Ansia in gravidanza e post parto (Istock Photos)

I fattori di rischio per il disturbo di ansia in gravidanza e nel post parto sono attribuibili a quelle donne che presentano:

  • Storia psicopatologica pregressa
  • Familiarità psichiatrica
  • Storia di psicopatologia in gravidanza
  • Precedente Disturbo d’Ansia nel post parto
  • Parto traumatico
  • Abuso Sessuale e Psicologico
  • Recenti eventi di vita stressanti (es.: lutti, malattie, aborti, violenza domestica)
  • Relazione conflittuale con il partner
  • Mancanza di supporto familiare/sociale
  • Gravidanza non desiderata o non programmata
  • Vulnerabilità ormonale (es.: donne con storie di Sindrome Pre Mestruale SPM, Disturbo Disforico Pre Mestruale DDPM, pregressa depressione post parto)
  • Patologia medica della madre (es.: disturbi tiroidei, diabete)
  • Complicanze fetali (es.: malformazioni primarie e/o secondarie)
  • Uso di sostanze psicoattive (stupefacenti, alcool, sostanze dopanti)

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L’Ansia in gravidanza: fa male al feto?

Ansia in gravidanza e post parto, il feto (Istock)

Studi dimostrano che quello che proviamo, sia che siano emozioni positive che negative, arrivano al feto. Gli alti livelli di ansia di una futura mamma possono diventare anche un fattore di rischio sulla possibilità di portare a termine la gravidanza stessa, essere causa di preeclampsia e comportare maggior rischio di parto prematuro. Qualora la gravidanza fosse portata a termine, l’ansia potrebbe provocare una nascita a basso peso corporeo. È importante anche pensare al periodo di gestazione e come l’ansia durante i diversi periodi di gestazione possa influenzare in modo diverso il feto. Qualora lo stress prendesse piede in una fase avanzata, ricerche dimostrano che il bambino presenta un maggior rischio di sviluppare malattie neuropsichiatriche e metaboliche. È sbagliato credere che il feto, dunque, non si accorga dello stato ansioso della sua mamma. Tutta colpa del cortisolo, un ormone prodotto eccessivamente in caso di stress. Il cortisolo quindi potrebbe incidere negativamente, ma non è l’unico fattore da tenere sotto controllo. Anche l’adrenalina e la noradrenalina possono provocare un afflusso di sangue sballato all’utero. Ancora lo stress in gravidanza può portare a dei rischi di disturbi psichiatrici nel corso di vita del bambino e la possibilità che questo possa avere difficoltà nello sviluppo psicomotorio.

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Le altre facce dell’Ansia in gravidanza e nel post parto

depressione post partum Ansia in gravidanza e post parto (Istock Photos)

Esistono diverse manifestazioni dell’ansia che costituiscono i seguenti disturbi:

  • Ansia Generalizzata: ovvero quell’ansia eccessiva e persistente per la maggior parte dei giorni per una durata superiore ai 6 mesi. Essa è più frequente nelle donne durante il periodo del post parto rispetto alla popolazione generale. I sintomi dell’ansia generalizzata sono:Ansia e preoccupazioni eccessive,  Attesa apprensiva e difficoltà a controllare la preoccupazione (rimuginio). Una forte tensione muscolare così come un’iperattività neurovegetativa, vigilanza cognitiva ai massimi livelli,  Alterazioni del sonno, Somatizzazioni a carico di diversi organi, Difficoltà a concentrarsi, Facile affaticabilità.  Nel post parto i pensieri ansiosi si organizzano in modo più specifico sulla salute del bambino. L’ansia può strutturarsi sino al timore patologico della morte in culla tanto da rendere le madri insonni per controllare lo stato di salute del loro bambino mentre dorme.
  • Attacco di panico: Il disturbo è caratterizzato da attacchi ricorrenti e inaspettati di ansia grave (panico) per almeno un mese. All’inizio improvviso segue generalmente l’apice della durata di circa 10 minuti ed è spesso accompagnato da un senso di pericolo e di paura imminente. Sono presenti in questo caso alcuni sintomi quali: preoccupazione relativa al significato dell’attacco, preoccupazione relativa alle sue conseguenze, preoccupazione relativa ai cambiamenti significativi del comportamento  legati agli attacchi stessi. Questo periodo di intensa paura è accompagnato da almeno 4 sintomi somatici e/o cognitivi: Senso di paura, di terrore,  paura di morire, paura di perdere il controllo, respiro corto,  senso di soffocamento, tremori, vertigini, senso di testa vuota, palpitazioni, dolori o fastidio al petto, formicolio, parestesie, intorpidimento, sudorazione, nausea e disturbi addominali, depersonalizzazione: cioè il senso di estraneità a sé, derealizzazione: senso di estraneità dalla realtà esterna. Nel periodo post-natale il panico può peggiorare determinando in alcune donne agorafobia e isolamento sociale. Il Disturbo di Attacco di Panico colpisce approssimativamente il 10% delle donne nel post parto.
  • Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC): questo disturbo nel periodo post-natale può essere estremamente debilitante se non trattato, poiché la madre, provata dai pensieri ossessivi e dai comportamenti compulsivi, dispone di poco tempo ed energie per la cura di se stessa e del bambino. Il DOC colpisce approssimativamente il 2-5% delle neo mamme. Frequentemente le donne che hanno manifestato un episodio di DOC nel post parto possono ripresentare un attacco nelle successive gravidanze. E’ caratterizzato da sintomi ossessivo e/o compulsivi che causano marcata sofferenza, comportano spreco di tempo per assecondare i pensieri ossessivi o le compulsioni strutturate, (più di un’ora al giorno), ed interferiscono con le normali attività quotidiane. Il disturbo viene diagnosticato se compromette il funzionamento globale della donna, (sociale, lavorativo, relazionale) e se non è meglio giustificato da altri disturbi d’ansia o malattie psichiatriche dovute a condizioni mediche generali. Nel disturbo ossessivo, la donna si rende conto che i pensieri, le immagini , gli impulsi sono frutto della propria mente e così tenta (inutilmente) di ignorarli, sopprimerli o neutralizzarli, con altri pensieri e/o comportamenti (compulsioni). Quest’ultime sono dei comportamenti o azioni mentali ripetitivi che l’individuo compie come una sorta di rituale stereotipato per controllare le ossessioni. Le compulsioni possono riguardare diverse tematiche come: contaminazione, perfezionismo, ordine, controllo. Nel post parto possono comparire pensieri ossessivi di danno nei confronti del proprio bambino (paura di fare del male) spesso complicati da frequenti, estremi e persistenti sentimenti di vergogna e di colpa accompagnati da ansia.

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  • Disturbo Post traumatico da stress:Si manifesta nel 3% sino al 25% delle donne nel post parto. Il Disturbo, un’altra forma di disturbo d’ansia, è tipicamente associato a un’esperienza catastrofica come un’aggressione, uno stupro o un disastro naturale.Le donne che subiscono un trauma in gravidanza, durante il travaglio o il parto o nel post-partum possono manifestare un Disturbo Post traumatico da stress. È spesso una complicazione del parto non riconosciuta e non gestita in modo appropriato. Per alcune donne la nascita di un bambino non è un evento appagante e diventa una delle esperienze più traumatiche della loro vita. Le esperienze di dolore estremo, di perdita del controllo e paura di morire per se stesse e per il bambino mettono le donne ad un rischio più elevato di PTSD. La sofferenza e lo stress derivante da un parto traumatico possono inficiare l’abilità della donna di allattare e interferire negativamente nella relazione madre-bambino. Una storia di pregressi traumi può costituire un fattore predisponente ad un ulteriore trauma o elevati livelli di sofferenza psicologica nel periodo perinatale. Tra i principali fattori predisponenti si annoverano: Violenza domestica, Abuso sessuale, Stupro, Migrazione, Sentimenti di impotenza, Dolore estremo, Esiti inattesi e inaspettati del travaglio e del parto, inclusa la morte o la malattia del bambino, Percezione di uno staff sanitario incurante e ostile, Perdita di controllo, Mancanza di informazioni, Precedenti parti traumatici.

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Ansia in gravidanza e post parto: come curarla?

Ansia in gravidanza e post parto (Istock Photos)

Innanzi tutto è importante riconoscere il problema. Sia i medici che le future e neo mamme devono essere sensibilizzati nei confronti dei rischi dell’ansia, in modo da cercare, nei casi indicati, aiuto professionale. La psicoterapia può aiutare nei casi più lievi a tenere sotto controllo l’ansia in gravidanza, ed, in casi selezionati, lo psichiatra può decidere di iniziare una terapia farmacologica. E’ sconsigliata fortemente l’automedicazione con prodotti fitoterapici a base di erbe (valeriana, biancospino, ecc), la cui sicurezza in gravidanza non è stabilita (vale in generale la regola che in gravidanza non ci si cura con le erbe). La medicina complementare viene in aiuto attraverso altre metodiche: pratiche di rilassamento, come meditazione e yoga, dovrebbero essere praticate quotidianamente da chi soffre d’ansia, per almeno 20-30 minuti al giorno. L’agopuntura, tramite l’aumento delle endorfine, può essere una ottima cura per l’ansia, così come sottoporsi a massaggi terapeutici. Partecipare a corsi di accompagnamento alla nascita può essere utile per condividere le proprie ansie nel gruppo dei pari. Riconoscere nelle altre le stesse paure può aiutare a ridimensionarle e a vivere la gravidanza con consapevolezza e serenità. Se soffrite di ansia, o di paure ingiustificate verso la gravidanza, parlatene con il medico. Un consiglio per curare l’ansia è quello di frequentare dei gruppi di supporto terapeutici per donne in gravidanza per potersi confrontare e non sentirsi sola in questa esperienza. Trovare una soluzione potrebbe essere più semplice di quanto crediate, per esempio, Coccolatevi: ogni donna deve prendersi, di tanto in tanto, un pausa dalla routine quotidiana. Deve staccare con il corpo e soprattutto con la mente. E ciò vale ancor di più durante i 9 mesi di attesa. Cambiare taglio di capelli, farsi fare la messa in piega, regalarsi una sessione di make-up professionale o fare dei massaggi sono tutte delle valide alternative per prendersi cura di se stessa. Ricordate sempre che non siete sole e che l’ansia è una patologia che si può guarire, basta prima di tutto volerlo! Affidatevi prima di tutto al vostro partner, parlatene con lui/lei. Un ultimo consiglio è praticare una terapia di gruppo di supporto per mamme in gravidanza pre e post parto può aiutare molto. È valida non solo durante la dolce attesa, ma anche dopo, quando i cambiamenti continueranno a esserci e, soprattutto perché in casa c’è un cucciolo d’uomo, si crede di non poterli gestire al meglio.

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