Alessandro Borghese, “4 Ristoranti” vola ad Hong Kong

Stasera torna “4 Ristoranti” con Alessandro Borghese, la liturgia del cooking show sarà la stessa. Si parte da Hong Kong.

Alessandro Borghese al Giffoni Film Festival (Getty Images)

Commentare ogni piatto, come se fossimo esperti, dissertare sui vini, al pari di convinti enologi: fare le pulci sull’igiene del posto e sulla qualità dell’ambiente, neanche fossimo ispettori dei NAS. Da stasera potremo tornare a farlo con Alessandro Borghese, il noto Chef torna infatti in televisione col format che l’ha reso ancor più celebre di quanto già non fosse.

“4 Ristoranti”, ormai ha tutta l’aria d’essere un vero e proprio cult fra i cooking show: c’è l’appeal, ci sono i meccanismi giusti, è presente quella costante aria da salotto ricco di pettegolezzi, abbiamo il cibo – protagonista inconsapevole del format – ma soprattutto non mancano i tormentoni. Quelle frasi celebri che hanno fatto di Borghese una vera e propria icona televisiva, oltre ad essere un cuoco coi fiocchi.

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“4 Ristoranti”: torna uno dei cooking show più amati, Borghese volerà in Cina

Alessandro Borghese torna con “4 Ristoranti” (Getty Images)

Tornerà, quindi, il famoso: “Diesci”, tanto orecchiabile e divertente da sentire quanto difficile da assegnare, sentiremo ancora “Manca il mio voto, che può cambiare tutto. Aspettatemi nel furgone”. Ah già, il furgone: ci sarà anche lui, pronto a scorrazzare in Italia e all’estero contendenti – quattro come al solito – e conduttore che, anche quest’anno, dovrà decidere di puntata in puntata il miglior ristorante rispetto alla categoria presa in esame.

Per la prima serata si parte subito forte: Alessandro Borghese arriva fino ad Hong Kong, dovrà decidere qual è il miglior ristorante (gestito da italiani) in Cina. Lì la tradizione culinaria ha un’attitudine particolare, accompagnata da un’aura mistica e fascinosa, che Borghese dovrà coniugare al meglio nel corso della puntata.

La sua predisposizione bonaria e sferzante farà sì che, anche stavolta, ci sarà da divertirsi: gran parte del gusto, infatti, non lo garantisce soltanto il cibo – sempre diverso – ma anche e soprattutto i siparietti fra lo Chef e i vari ristoratori. I quali dovranno guardarsi bene dal commettere errori, perchè Borghese sarà anche simpatico e alla mano ma, col tempo, è diventato più severo: piace anche per questo, poiché offre a tutti la possibilità di essere intransigenti (come se i ristoranti e la culinaria fossero il nostro pane quotidiano) stando semplicemente seduti in poltrona per poi conservare la stessa prosopopea altrove: l’Italia, grazie a Borghese, è diventato il Paese di santi, poeti, navigatori, allenatori di calcio e ristoratori. Nel frattempo c’è chi si chiede se tutto questo sia un problema oppure no, intanto da stasera per entrare nei ristoranti migliori basterà un telecomando. Di questi tempi è già una conquista.

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