Omicidio carabiniere Roma: lettera di scuse di Hjorth alla madre

Gabriel Natale Hjorth, 19enne americano accusato insieme all’amico Finnengan Lee della morte di Rega, chiede perdono alla madre per i comportamenti avuti.

Una lettera scritta prima dell’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega, una lettera in cui Gabriel Natale Hjorth chiede perdono alla madre.

Questa la missiva depositata dall’accusa in vista dell’udienza del Riesame, a cui poi la difesa a rinunciato, e che il Corriere on line ripropone assieme ad alcuni messaggi privati tra Hjorth e la madre, che mostrano non solo come le tensioni tra loro fossero precedenti al 26 luglio, giorno dell’uccisione del vicebrigadiere, ma anche quanto i due indagati fossero avvezzi all’utilizzo di sostanze stupefacenti.

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Poche righe in cui il ragazzo esprimere suo rammarico per i comportamenti avuti in quel periodo, incluse accese discussioni legate proprio al consumo di droghe. CheDonna.it ve le ripropone.

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Omicidio carabiniere Roma: la lettera dell’accusato alla madre

Mario Cerciello e i suoi due assassini

“Cara mamma, voglio scusarmi ancora per la rissa che ho scatenato l’ultima volta che sono stato lì. mi pento veramente di quello che ho detto e per il modo in cui mi sono comportato nei tuoi confronti. Nessuno è perfetto e tu mi hai dato una mano più di ogni altro in questa famiglia. Mi dispiace molto aver sottolineato le tue pochissime imperfezioni, specialmente perché io ne ho così tante. Ti amo con tutto il cuore e un giorno te lo dimostrerò”.

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Queste parole venivano scritte prima che la situazione precipitasse totalmente, che la vita di Gabriel Natale Hjorth e di Finnegan Lee Elder venisse definitivamente sconvolta dall’uccisione del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ucciso a coltellate la notte tra il 25 e il 26 luglio scorso in via Pietro Cossa, nel quartiere Prati a Roma.

Il ritratto che ne esce è di una vita resa assai problematica da una condotta spesso sregolata, una condotta che l’accusa ci tiene a metter quanto più possibile in luce. Al momento, a quanto pare, con un certo successo.

La procura vuole infatti dimostrare come i due ragazzi fossero inclini alla violenza e soprattutto che l’agguato ai carabinieri fosse premeditato. La difesa dice invece che i due hanno reagito credendo di trovarsi davanti a due spacciatori.

Chi prevarrà è solo questione di tempo.

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