Anemia nei bambini: come riconoscerla e come intervenire

Anemia nei bambini: come riconoscerla, come intervenire e quali cure prendere in considerazione. Tutto quello che un genitore deve sapere

Anemia nei bambini (Istock Photos)

L’anemia è la malattia del sangue più comune ed è infatti il sintomo di numerose problemi ematologici e non ematologici, più o meno gravi. Nei bambini piccoli e preadolescenti questa malattia è spesso diffusa e, molto spesso, almeno inizialmente, i genitori non si rendono conto che il proprio bimbo ne sia affetto. I sintomi, anche se evidenti, possono essere confusi con altre cose, come per esempio, la stanchezza che è un sintomo di Anemia nei bimbi può essere semplicemente confusa con una stanchezza generale del bimbo, nulla di più. Come fare, quindi, per riconoscerla? Scopriamo un po’ di più su questa patologia che colpisce il sangue dei più piccoli – e non solo. Vediamo i sintomi, le cure da adottare e l’alimentazione da seguire in questi casi. Dobbiamo ricordare che l’anemia nei bambini è considerata una delle malattie che più attirano l’interesse della sanità pubblica, e questo a causa delle gravi conseguenze che può avere sullo sviluppo infantile. Questa malattia colpisce quasi il 50% dei bambini in età prescolare, tra i 6 e i 24 mesi di vita.  Sono molti gli studi condotti sulla ricerca della principale causa di questa anomalia e dei mezzi più adatti per combatterla.

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Cos’è l’Anemia?

anemia nei bambini (Istock Photos)

L’anemia non dipende soltanto dalla diminuzione del numero dei globuli rossi (o eritrociti) ma soprattutto dalla diminuzione del contenuto di emoglobina. L’emoglobina è una proteina che contiene ferro e che è in grado di legare l’ossigeno che il globulo rosso trasporterà dai polmoni a tutte le cellule dell’organismo. I globuli rossi vengono prodotti nel midollo osseo (questo processo viene detto eritropoiesi). Una volta giunti a maturazione, entrano nel circolo sanguigno dove rimangono in media 120 giorni, trascorsi i quali verranno distrutti ed eliminati soprattutto ad opera della milza. Quindi, l’anemia è un abbassamento dei livelli di emoglobina e questi bassi livelli di emoglobina comportano una riduzione dell’apporto di ossigeno agli organi. Ci sono alcune situazioni particolari, come la gravidanza, in cui viene considerato normale che i valori di emoglobina siano al di sotto dei limiti indicati in laboratorio. Ma comunque, ogni qual volta si presentino dati che potrebbero indicare una possibile anemia, è necessario procedere con una visita specialistica al fine di analizzare i valori.

Tra gli adulti è soprattutto il sesso femminile a essere colpito, in particolare durante l’età fertile.
Diverso l’andamento nell’uomo, nel quale si riconoscono infatti due picchi di incidenza: durante l’adolescenza e dopo i 30 anni.
L’incidenza massima dell’anemia si verifica comunque tra i 6 e i 20 mesi di vita (indifferentemente maschi e femmine) ed in particolare nei prematuri. Il deficit di ferro infine è più frequente nei ceti meno abbienti che non nelle classi medio-alte (61% contro 39%).

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Quali sono i principali tipi di anemia nel bambino

anemia nei bambini (Istock)

Definire il tipo di anemia è essenziale da un punto di vista diagnostico e terapeutico, anche se può essere complesso. Dunque, i tipi di anemia da tenere in considerazione nei bambini sono 3:

  • Da ridotta produzione di globuli rossi e di Hb (emoglobina): in questo gruppo la causa più frequente è sicuramente la carenza di ferro che può dipendere a sua volta da diversi fattori come perdite di ferro con il sangue (ulcera gastrica, ipermenorrea, vale a dire mestruazioni abbondanti), malassorbimento del ferro a livello intestinale come avviene spesso nella celiachia oppure una dieta povera di ferro; anche il deficit di vitamina B12 o di acido folico può causare anemia; la ridotta produzione può essere anche causata da una infiltrazione tumorale del midollo osseo (leucemie, linfomi, tumori solidi); la produzione di globuli rossi ed emoglobina può venir compromessa da meccanismi genetici che rallentano o arrestano la produzione di globuli rossi da parte del midollo osseo. In breve il midollo osseo è incaricato della produzione di emoglobina e per riuscirci richiede ferro, folati e vitamina E.
  • Da perdita di globuli rossi(Perdita di ferro), che può essere secondaria ad una emorragia interna (per esempio la rottura accidentale della milza, tutt’altro che rara negli incidenti stradali) o esterna (una ferita, una emorragia uterina);o a causa di un apporto insufficiente di ferro tramite l’alimentazione.
  • Da distruzione dei globuli rossi:(emolisi) quando la durata della vita del globulo rosso è inferiore a 120 giorni si parla di emolisi che può essere dovuta a cause interne al globulo rosso come avviene nelle anomalie genetiche della membrana dei globuli rossi (per esempio nella sferocitosi) o nelle anomalie genetiche dell’emoglobina (anemia a cellule falciformi, talassemie); l’eccessiva distruzione può anche essere dovuta a cause esterne al globulo rosso come avviene ad esempio nelle malattie emolitiche autoimmuni, provocate dalla produzione di autoanticorpi diretti contro il globulo rosso. Quando la distruzione dei globuli rossi è massiva si parla di emolisi e in questi casi compare anche ittero, colorito giallastro della cute causato dall’aumentata concentrazione di bilirubina nel sangue. La bilirubina deriva dal metabolismo dell’eme, un componente della emoglobina che, con l’emolisi, viene rilasciata in circolo e distrutta.

Anemia sideropenica: l’anemia più diffusa nei bambini dai 6 mesi ai 3 anni

sintomi anemiaAnemia nei bambini sintomi (Istock Photos)

l’anemia sideropenica è una forma di anemia cronica che si distingue, oltre che per la riduzione del ferro, per globuli rossi piccoli e pallidi. È l’anemia più tipica dell’infanzia e dell’adolescenza, ma ne possono essere affetti anche gli adulti (uomini e donne), specie in caso di difetti nell’assorbimento del ferro dopo una gastrectomia (asportazione totale o parziale dello stomaco), di emorragia gastro-intestinale o di malassorbimento del primo tratto del piccolo intestino, le donne in età fertile (diminuzione del ferro a causa del flusso mestruale) o in gravidanza per una maggiore richiesta di questa sostanza da parte dell’organismo. Responsabile dell’anemia può anche essere la diminuzione dell’assorbimento della vitamina B12,determinata da una dieta inadeguata (un’alimentazione vegetariana poco equilibrata, diete rigide o monotone e ripetute, alcolismo cronico), da un inadeguato assorbimento (gastrite cronica, celiachia, tumori maligni, farmaci), dall’aumentata richiesta di vitamina (ipertiroidismo, accrescimento), o ancora dall’aumentata secrezione (patologie epatiche e renali). Alcuni fattori legati alla malattia nei bambini sono:

  • Una dieta povera in questo nutriente
  • Incapacità del corpo di assorbire il ferro
  • Perdita di sangue lenta e prolungata
  • Eccessivo consumo di latte vaccino (soprattutto quando sostituisce il latte materno)
  • Allergie alimentari
  • Intossicazione da piombo

I sintomi di un’anemia in corso

anemia nei bambini, sintomi in corso (Istock)

Spesso l’anemia può rimanere a lungo all’interno del soggetto senza dar segno di sé. I sintomi sono per lo più molto generici: sensazione di debolezza o facile stancabilità, malessere, mal di testa, difficoltà di concentrazione nei bambini in età scolare e negli adolescenti.  Il pallore della pelle è sempre molto difficile da valutare. Il medico nota più facilmente che le mucose sono pallide (congiuntive, lingua). L’ittero può manifestarsi nelle anemie da eccessiva distruzione dei globuli rossi (emolisi). Ma vediamo nello specifico i sintomi più riconoscibili:

  1. Astenia: meglio nota con il termine Affaticamento. Se si manifesta, è bene rivolgersi a un pediatra che valuterà il caso eseguendo l’esplorazione fisica necessaria per determinare la possibile causa. È difficile contestualizzare affaticamento e stanchezza, soprattutto nel caso di un bambino. Bisogna sempre tenere in considerazione che si tratta di un sintomo estremo. Nel bambino si manifesta con una riduzione del rendimento fisico e con un desiderio continuo di riposare.
  2. Anoressia nei bambini: la perdita di appetito è un altro dei gravi sintomi associati all’anemia nei bambini. Tuttavia, è un quadro che può presentarsi anche a causa di infezioni o di situazioni concrete, come lo sono i problemi a scuola. Si consiglia di monitorare  attentamente il decorso e la durata di questa situazione, per poi richiedere un consulto specialistico qualora i sintomi persistano nel tempo.
  3. Rabbia o irritabilità: entrambi questi sintomi sono correlati all’astenia (affaticamento) del bimbo. Molti bambini presentano entrambi i disturbi o anche uno di essi, insieme ad un’eccessiva stanchezza fisica e mentale.
  4. Pica o pagofagia: anche se questo è un sintomo alquanto raro è comunque da tenere in considerazione perché un bimbo affetto da anemia potrebbe riscontrarlo nel corso della malattia. La pagofagiao pica non è altro che l’ingestione di prodotti non alimentari. Se il vostro bambino dovesse presentare tale sintomo consultate immediatamente il pediatra o il medico di fiducia.
  5. Pallore della pelle:Un cambiamento nel colorito della pelle può indicare un abbassamento della quantità di globuli rossi nel sangue. Se i suddetti cambiamenti si verificano in forma sporadica e se la guarigione è rapida, allora può essere associato a quadri acuti risolvibili. Ma se persistono per giorni, si raccomanda un consulto medico dal pediatra.
  6. Caduta dei capelli o unghie fragili: Uno dei sintomi frequenti e noti dell’anemia nei bambini sono le unghie che si indeboliscono e tendono a scheggiarsi di continuo, nonché la caduta dei capelli. In base all’età del bambino, quest’ultima può essere più difficile da contestualizzare a causa della presenza di capelli molto sottili.
  7. Tachicardia nell’anemia infantile: un’accelerazione del battito cardiaco nei bambini affetti da anemia è frequente e, purtroppo non insolita. Questo disturbo si accompagna, solitamente, nel bambino con nausea, possibili fitte al petto o difficoltà respiratorie. Quando questo quadro si presenta spesso in un bambino, bisogna consultare il pediatra per una corretta diagnosi, visto che potrebbe celare altri problemi.

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Come avviene la diagnosi di anemia infantile

Anemia nei bambini, diagnosi (Istock)

Per un corretto approccio alla diagnosi si devono affrontare determinati step. Un iter di esami medici che il bimbo dovrà affrontare. Tra i tanti si inizierà con:

1. L’Anamnesi del bimbo

Intesa come  la storia dei disturbi del bimbo. Quindi il dottore dovrà valutare una serie di fattori che potrebbero essere incisivi per una corretta risoluzione alla patologia.

  • Età, sesso, origine etnica;
  • Tempo di comparsa, durata;
  • Tipologie dei sintomi;
  • Familiarità;
  • Precedenti di ittero e subittero;
  • Emorragie patologiche;
  • Gravidanze ripetute e/o ravvicinate;
  • Esposizione a tossici/farmaci;
  • Presenza di altre patologie;
  • Storia di disturbi neurologici.

2. Analisi di Laboratorio

Anemia nei bambini, analisi (Istock)

Una volta chiara l’anamnesi del piccolo paziente si potrà passare ad un esame clinico e successivamente alle analisi di laboratorio. Quest’ultime comprendono:

  • Esame emocromocitometrico;
  • Reticolociti;
  • Esame morfologico del sangue venoso periferico;
  • Esami sierologici: bilirubinemia, sideremia, ferritinemia, transferrinemia, funzionalità epatica e renale, prove immunoematologiche, prove emogeniche;
  • Esame urine;
  • Esame feci;
  • Gruppo sanguigno.

3. Test diagnostici di approfondimento

anemia nei bambini, i test (Istock Photos)

In ultimo, prima della terapia ad hoc da assegnare al bimbo, si dovranno eseguire eventuali test diagnostici di approfondimento. Ricordiamo che tali test di approfondimento vengono eseguiti solo in seconda linea, cioè non sempre.

  • Studio della emoglobina;
  • Studio degli enzimi eritrocitari;
  • Autoemolisi e test al glicerolo acidificato (sferociti);
  • Agoaspirato midollare e/o biopsia osteomidollare.

L’Alimentazione corretta per chi soffre di Anemia sideropenica

anemia nei babini, alimentazione (Istock Photos)

La terapia varia a seconda del tipo di anemia. È utile e raccomandabile eseguire gli esami diagnostici prima di effettuare qualsiasi terapia (soprattutto quella trasfusionale). Per ciò che riguarda l’anemia sideropenica, seguire una alimentazione ricca di ferro è il primo passo da compiere per risolvere il problema. Quindi fornire una dieta appropriata contenente:

  • Vitamina C, presente negli agrumi, uva, kiwi, peperoni, pomodori, cavoli, broccoli, lattuga. Dunque il consiglio ad esempio è di preparare pasta e broccoletti, di condire la verdura con il limone, la macedonia con succo di limone o di arancia
  • Cisteina, contenuta nella carne e nel pesce che è in grado di fare assorbire 2 o 3 volte di più il ferro non eme presente nelle verdure. Dunque, sarebbe bene accompagnare un secondo di carne con un contorno di verdura
  • Vitamina A, presente in fegato di bovino, fegato e oli di merluzzo, carota, zucca, albicocca, frutta e verdura di colore giallo-arancione e verde brillante, tuorlo d’uovo, burro, formaggi; complesso B contenuto in alimenti sia animali che vegetali e rame che si trova nei cereali, nella carne, nei molluschi, nelle uova e nella frutta secca in guscio. Ottimo l’abbinamento degli spinaci con molluschi o legumi (ricchi di rame) oppure con il succo di limone o con spremute di agrumi e kiwi (ricchi di vitamina C)
  • È favorito anche l’uso di erbe aromatiche per condire carni e pesce, le quali non solo sono fonti naturali di ferro ma stimolano anche le secrezioni dello stomaco e aiutano a mantenere elevata l’acidità dell’ambiente gastrico, un altro elemento che contente un migliore assorbimento del ferro.

Cosa evitare di mangiare

bambini e verdure Anemia nei bambini, cosa evitare di mangiare (Istock Photos)

Ci sono invece abbinamenti che sarebbe meglio evitare poiché non favoriscono l’assimilazione del ferro. Gli esperti raccomandano di fare attenzione a non assumere insieme:

  • Ferro alimentare con tannini, una sostanza ampiamente diffusa nel regno vegetale (tè, caffeina, cioccolato, alcune erbe).
  • l’assunzione di un eccesso di fibre, presenti nei cereali integrali, è controindicata
  • Ferro e calcio nello stesso pasto. Evitare di mangiare ad esempio pane con affettato e formaggio.
  • Vitamina B12: Se l’anemia è determinata dalla carenza di questa vitamina, è bene includere nella dieta alimenti di origine animale. In particolare frattaglie, molluschi, pesci e carni in genere, formaggi, uova. Per coprire il fabbisogno giornaliero di vitamina B12 è sufficiente assumere una porzione di latte o yogurt al mattino e nel corso della giornata una porzione a scelta tra formaggio, uova, pesce o carne.

La somministrazione di ferro come prevenzione della sideropenia è indicata nei lattanti di basso peso alla nascita a partire dal secondo mese di vita, nei nati a termine allattati artificialmente a partire dal quarto mese e nei nati a termine allattati naturalmente a partire dal sesto mese; tale integrazione va proseguita fino al primo anno di vita.  In casi selezionati, quali stati di malassorbimento cronico o refrattarietà alla terapia orale, il ferro può essere somministrato per via endovenosa. La terapia deve essere allora effettuata in ambiente ospedaliero in considerazione del rischio di reazioni da ipersensibilità.

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