Biarritz: il punto dei leader al G7 tra clima, dazi e Brexit

Amazzonia, Brexit e dazi doganali. Questi gli argomenti del G7 di Biarritz, presente anche il premier uscente Giuseppe Conte.

I leader riuniti al G7 (Getty Images)

Pieno di punti all’ordine del giorno il G7 di Biarritz, tanti aspetti di riflessione da cui partire, soliti gli argomenti iniziali: la questione dei dazi (cavallo di battaglia di Trump), l’annosa trattativa sulla Brexit e l’Amazzonia in fiamme. Quest’ultimo è un problema che preoccupa, o perlomeno dovrebbe far preoccupare, la popolazione mondiale. Tocca il polmone del mondo intero.

Il presidente francese, Emanuel Macron, ha annunciato un’intesa per supportare i paesi colpiti dall’emergenza. A tal proposito, tutti i leader del G7 hanno accolto favorevolmente la proposta di aiuto nei confronti delle popolazioni colpite dagli incendi. Muro da parte di Bolsonaro, che ha mobilitato gli eserciti per domare le fiamme, accusa i colleghi di esagerazioni: “Gli incendi in corso non sono sopra la media degli ultimi quindici anni e non possono servire da pretesto per imporre sanzioni internazionali”, ha detto.

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A tenere banco poi c’è la Brexit: Trump promette al premier del Regno Unito, Boris Johnson, un grande accordo commerciale che vada a compensare le perdite in caso di uscita dall’Unione Europea. L’ipotesi del No Deal, e cioè un’uscita senza accordo, resta: “Il No Deal o l’accordo dipendono interamente dai nostri amici europei e penso che negli ultimi giorni abbiamo avuto un discreto successo con i messaggi su ciò che il Regno Unito può fare e non può fare”, sottolinea il Capo di Stato. Nel frattempo, in ballo ci sarebbero i 39 miliardi che Londra dovrebbe sborsare in caso di mancato accordo.

G7: gli stati membri contro i dazi americani, la posizione di Conte

Donald Trump col Primo Ministro indiano (Getty Images)

Restando in tema di economia, c’è l’aspetto legato alla politica dei dazi favorita da Trump. Il Presidente degli Stati Uniti, pubblicamente, dichiara di avere piena solidarietà alla sua strategia di politica economica adducendo anche i complimenti eventuali dei colleghi e capi di stato per il comportamento degli Usa.

Il ciuffo più irriverente d’America attacca la stampa di faziosità, perchè riporterebbe un dissenso inesistente attorno alle sue scelte doganali e non solo: tuttavia, nella sostanza, gli altri membri del G7 di dazi non vogliono sentir parlare minimamente. Sono convinti che queste misure porterebbero effetti su tutta l’economia mondiale, non solo sui rapporti commerciali fra Usa e Cina. In merito si è espresso anche il nostro Presidente del Consiglio (uscente) Giuseppe Conte: “L’esempio più concreto è il mercato dell’auto: limitare l’import di auto tedesche negli Stati Uniti avrebbe effetti negativi sull’intera filiera dell’automotive che è in gran parte italiana”, ha sottolineato il Capo dello Stato.

Insomma tra economia e ambiente i capi di governo hanno un bel da fare: va precisato che il tempo è poco, specialmente alla luce del contorto cambiamento climatico in atto. Vanno prese delle contromisure adeguate per far sì che la salvaguardia del nostro pianeta diventi una priorità. Sicuramente certe scelte avranno risvolti economici ben precisi con cui fare i conti, ma gli accordi commerciali si potrebbero rinegoziare. Uno stato di salute compromesso – a livello mondiale – no.

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