Simona Tabasco, una rosa (viola) sbocciata nella fiction italiana

Simona Tabasco è l’attrice rivelazione degli ultimi tempi, fra cinema e televisione è entrata nel cuore di moltissimi telespettatori. Conosciamola meglio

Simona Tabasco (Getty Images)

Chi non vive a Napoli fatica a capire come spesso basti un sorriso, una frase, uno sguardo per cambiare la giornata: la città è magica, proprio perché ha il potere di riportarti in pace col mondo o di farti sprofondare nella malinconia in un brevissimo arco di tempo.

In un graffito, presente a Rione Sanità, c’è una scritta chiarificatrice: “Senza stile non venire” e, per certi versi, quando si parla di stile, portamento e capacità, recentemente troneggia un nome (tra gli altri che possono vantare di esser nati all’ombra del Vesuvio): Simona Tabasco. Attrice, dicono, ma in realtà è molto di più.

È colei che ha saputo entrare nelle case degli italiani con garbo e a soli venticinque anni sa già cosa vuole: non è più una bambina, sta diventando una grande donna anche grazie al suo lavoro che la vede costantemente impegnata tra film e serie tv. La conosciamo maggiormente grazie a prodotti come “I bastardi di Pizzofalcone” ed “È arrivata la felicità”. Ruoli molto diversi che l’hanno portata ad affermarsi sia nel genere drammatico che in quello della commedia, avrebbe voluto continuare a studiare, Simona, ma dopo l’esordio con “Fuoriclasse 2” per la regia di Riccardo Donna, è stata allontanata dal Centro Sperimentale di Cinematografia dove si era appena iscritta.

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Motivo: troppe assenze, ma come ha sottolineato a Vanity Fair: “Avevo avuto il mio ingaggio, non me la sentivo di lasciare un lavoro”. Giustificazione più che ragionevole, il lavoro è la prima cosa, specialmente di questi tempi. E poi resta una questione di coerenza: rispetto agli impegni presi, alla parola data, che bisogna mantenere come le avranno insegnato i genitori (mamma impiegata e papà grafico pubblicitario). Ha anche un fratello gemello, Marco, a cui è molto legata.

Simona Tabasco: al cinema con Zingaretti e Papaleo, il sogno è Xavier Dolan

Simona Tabasco sul red carpet del film di Pif (Getty Images)

Proprio perché l’importante è arrivare lontano senza dimenticarsi da dove si viene, le è capitato spesso di raccontare le sue radici: rispecchiare in pieno quella napoletanità – bella e maledetta – che fa degli eccessi un motivo di vanto: la Tabasco ha incarnato l’amore viscerale e il fascino per il lato oscuro dei sentimenti in “Perez”, al fianco di Luca Zingaretti e Marco D’Amore, per poi ritrovarsi a ridere delle avversità ne “I babysitter” – insieme a Francesco Mandelli e Paolo Ruffini – e infine ha assecondato Laura Morante e Rocco Papaleo nella scanzonata follia cinematografica “Bob&Marys, criminali a domicilio”. Solo tre volte al cinema, ma tanto le è bastato per farsi ricordare.

La semplicità come motivo di vanto e la precisione come miglior arma da sfoderare, questi i suoi assi nella manica: sul set e nella vita, che è molto diversa da un film e andrebbe accompagnata sempre con della buona musica a scandirne i momenti migliori. Anche in tal senso ha dato il suo contributo, offrendo quel tocco in più ai video di Ghemon (“Rose viola”) e Federico Zampaglione (“Vento del sud”). Valore aggiunto a cornici ben definite, con l’occasione di migliorarsi in ogni momento: l’abbiamo vista anche al fianco di Daniele Silvestri, durante la realizzazione di “Scusate se non piango” all’Angelo Mai di Roma. Quando luoghi e momenti diventano contorni di un disegno più ampio, quello di stupire con poco.

Attraverso la stessa spensieratezza, la Tabasco ammette che le piacerebbe lavorare con il giovane regista canadese Xavier Dolan. Inoltre non disdegna neanche il teatro, che vede come step ulteriore, magari per superare la timidezza nel parlare in pubblico: il colmo più bello e bizzarro per un’attrice. Sta imparando, rivela, sotto l’occhio attento di Giancarlo Sepe. Intanto, la stiamo aspettando nella terza serie de “I bastardi di Pizzofalcone” che non si sa quando verrà trasmessa. Comunque lei rassicura i fan e anticipa: “In futuro mi piacerebbe interpretare un’eroina”. Per quel che ha realizzato fin qui, forse lo è già: basta solo dargli un ciak, ritardando il più possibile i titoli di coda su questa favola sublime che è stata finora la sua carriera.

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