Combattere l’emicrania con un app? Ora è possibile

L’emicrania spesso sembra troppo fastidiosa per essere combattuta: ma se a risolverla fosse un’app? Scopri come funziona questa novità della tecnologia..

emicrania app
Emicrania, IStock

Si sa: spesso stare davanti al computer o utilizzare spesso il cellulare può rivelarsi un vero e proprio problema per la nostra salute psico-fisica. Infatti il cervello e gli occhi in particolare, rischiano di sentirsi spesso affaticati e di subire di più lo stress da lavoro.

Eppure, ora potrebbe esserci un nuovo metodo rivoluzionario di affrontare i problemi dovuti allo stress e all’eccessivo carico di lavoro. Pare infatti tutto nuovo questo metodo che potrebbe aiutare a distendere i muscoli del cranio, riducendo drasticamente il mal di testa quotidiano e aiutando, quindi, l’emicrania.

A pensarci è un’applicazione per il telefono: si tratta di una vera e propria guida digitale per il rilassamento muscolare, ed è stata sviluppata in seguito a uno studio della Scuola di Medicina della New York University.

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Arriva “Relaxahead”: ecco come combattere l’emicrania con un’app

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Episodio di emicrania, IStock

L’applicazione in questione si chiama “Relaxahead“, e sarebbe mirata proprio all’aiuto della cura dell’emicrania. Sia questa che una seconda app, dedicata all’uso di cure tradizionali, sono state valutate dalla rivista scientifica “Natural Digital Medicine”.

Lo studio della New York University ha inoltre analizzato alcuni partecipanti che soffrivano spesso di emicrania: la loro media era di 13 giorni al mese, e alcuni di loro hanno anche riportato problemi di ansia e/o di depressione.

Durante questo studio l’applicazione pare aver dato i suoi frutti: con un utilizzo duraturo e continuo nel tempo, gli utenti che ne usufruivano sono diminuiti con il passare delle settimane e dei mesi.

Dopo le prime 6 settimane infatti, la percentuale di utenti è calata al 51%, e dopo tre mesi è arrivata al 29%. Proprio per questo i ricercatori stanno valutando tecniche più avanzate e più innovative per spronare gli interessati a compiere sessioni più frequenti.

Da Ansa.it

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