Coliche del neonato: perchè nascono, quando durano e i rimedi

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Le coliche del neonato (Istock Photos)

Le coliche del neonato: cosa sono, perché nascono, quando durano e quali rimedi adottare per alleviare il dolore al nostro bimbo

Tutti sanno che i neonati nei loro primi mesi di vita soffrono di colichette. Quando succede, noi neomamme ci ritroviamo in uno stato di angoscia perché non sappiamo bene come comportarci per alleviare quello che sembra un dolore atroce per il nostro piccolo bebé. Lo vediamo soffrire tanto e la sua sofferenza si traduce in crisi di pianto infiniti ed estenuanti. Ci sentiamo impotenti difronte a  questo dolore ma, purtroppo non possiamo fare più di tanto per prevenire le colichette. Allora cerchiamo, prima di arrivare ai rimedi, di capire cosa sono le coliche gassose del neonato, perché nascono e come alleviare il dolore partendo dalla giusta alimentazione. Perché spesso, le colichette sono il sintomo di un mal ingerimento del latte del poppante. Ma partiamo dal principio e spieghiamo come nascono le coliche e perché.

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Cosa sono le coliche gassose del neonato

coliche del neonato
Cosa sono le coliche gassose del neonato(Thinkstock)

Le coliche del neonato costituiscono una sindrome comportamentale caratterizzata da crisi parossistiche di pianto disperato, che vengono scatenate da attacchi di dolore addominale acuto, durante i quali il piccolo si contrae tirando le gambe verso l’addome. Le coliche del neonato sono un disturbo che colpisce circa il 10% dei lattanti nei primi mesi di vita e che stressa molto i genitori, che si sentono impotenti di fronte al pianto inconsolabile del proprio figlio.

Accanto a questi sintomi, si può inoltre apprezzare un certo grado di distensione addominale, accompagnato da ripetute emissioni anali di gas che giustificano l’appellativo “coliche gassose del neonato“. Per parlare di coliche del neonato, infatti, le crisi parossistiche di pianto devono durare più di tre ore e manifestarsi in più di tre giorni su sette per almeno tre settimane, questa è quella che viene detta: la regola dei tre di Wessel: una regola semplice che fu coniata dal dottor Wessel negli anni ’50 ma che ancora oggi è ampiamente seguita.
Anche i sintomi hanno caratteristiche ben precise: all’improvviso il bambino, senza alcuna causa scatenante, comincia a essere irrequieto e a strillare, diventa pallido o addirittura cianotico, stringe i pungi, flette le gambe sull’addome. Neanche il seno della mamma o il succhiotto spesso riescono a dargli consolazione. Tra una crisi e l’altra può calmarsi, addormentarsi, emettere un flato, che gli procura sollievo momentaneo.

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Perché nascono le coliche gassose nel neonato

 neonato comunica
Coliche del neonato (Istock Photos)

Le cause d’origine del perché le coliche gassose si formano in un lattante non sono state ancora bene definite dai ricercatori. Pertanto  le coliche del neonato rimangono un fenomeno para-fisiologico che alcuni pediatri considerano come una “non malattia”. Forse, una delle ipotesi più accreditate nell’insorgenza delle coliche del neonato è dato dall’aerofagia – legata all’eccessiva ingestione di aria durante pianto e poppate – e la flatulenza, legata alla fermentazione intestinale del latte materno.
Ma un’influenza potrebbe venire anche dalle condizioni di vita del piccolo. Il pianto è l’unico mezzo tramite cui il neonato può manifestare alla madre e a chi gli sta intorno i propri bisogni, che non necessariamente riflettono problemi di alimentazione, di coliche o di aria nella pancia. Certo, attraverso il pianto il neonato tenta di comunicare i propri bisogni fisici, ma anche emozioni, tensioni, sensazioni, paure e fastidi, bisogni sia fisici che psichici, insomma; in altre parole, fame di cibo ed attenzioni continue.

Anche un alto livello di stress, problemi familiari ed ansietà da parte dei genitori e della madre in particolar modo, sembrano favorire l’insorgenza di queste coliche nel lattante. Infatti questa è un’ipotesi psico-relazionale, secondo cui alla base delle coliche ci sarebbe un alterato rapporto mamma-bambino. In effetti le coliche gassose si presentano maggiormente nei primogeniti e nelle classi sociali più elevate, con mamme più apprensive o iperprotettive e possono scomparire se il bambino è affidato alle cure di terzi. Inoltre vi è maggior rischio nelle madri single, depresse o che hanno vissuto con ansia la gravidanza. Tuttavia studi psicologici condotti a lungo termine su tali famiglie non hanno portato a conclusioni ben definite al riguardo.

Un’ultima ipotesi chiama in causa l’allergia alimentare al latte vaccino, non solo a quello del latte artificiale, ma anche alle piccole quantità di latte vaccino che passano attraverso il latte materno.

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Rimedi da adottare quando il neonato ha le coliche

Coliche del neonato, rimedi(Thinkstock)

Per capire se davvero vostro figlio sia “affetto” da colica gassosa è opportuno, come prima cosa farlo visitare dal proprio pediatra, il quale dopo un’accurata visita, volta a escludere altre cause, come ad esempio un reflusso gastro-esofageo, impatto fecale (ossia l’accumulo di feci nell’ultimo tratto dell’intestino), eventuali traumi, ma anche semplicemente un prurito o un graffio che porta fastidio al bebè, potrà diagniosticare la sindrome delle coliche gassose nel neonato.

La prognosi delle coliche gassose è buona per quanto riguarda il sintomo in sé stesso, anche se alcuni studi hanno dimostrato che il lattante con coliche abbia un rischio aumentato di presentare nel primo anno di vita dei disturbi del sonno, dell’attenzione e dell’umore per cui può essere definito con un caratterino difficile e impaziente.

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Una delle cose da tenere in considerazione è che le coliiche del neonato si risolvono spontaneamente dopo i primi 3 mesi di vita del piccolo. Solitamente queste si presentano negli stessi orari serali e durano mediamente un paio di ore e comunque non più di tre ore. Le coliche gassose cominciano a manifestarsi in genere verso la 4-5 settimana di vita, dopo il primo mese di vita del bambino. E’ da tenere molto in considerazione che le coliche non sono indice di scarso affetto o scarse attenzioni da parte della mamma, si tratta solo di un problema maturazionale del neonato. Il bambino anche se presenta le coliche, sta bene e cresce bene. Le coliche infatti non comportano rischi per la salute e non compromettono la crescita del lattante in alcun modo.

Se il “problema” delle cause delle coliche fosse l’allattamento al seno, in tal caso, alla mamma allatta al seno il suo bambino, si consiglia di solito una dieta di eliminazione, che prevede di togliere non solo il latte e i suoi derivati, ma anche altri alimenti potenzialmente allergizzanti, come uova, pesce, frutta secca. Si è visto che effettivamente in questo modo c’è una riduzione del tempo di pianto, ma non è un beneficio sufficiente a giustificare una dieta così spinta, che a lungo andare provoca carenze nell’alimentazione materna. Non è invece assolutamente dimostrato che l’assunzione da parte della mamma di alimenti come i legumi o certi tipi di ortaggi, come i cavolfiori, favoriscano le coliche gassose.

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Mentre, se il bambino è allattato al biberon, per alleviare le coliche si possono provare latti più digeribili, con basso contenuto di lattosio, proteine lievemente predigerite e una discreta quantità di prebiotici e ricchi di garssi come l’acido betapalmitico, sostanze presenti naturalmente nel latte umano, che favoriscono la produzione di una flora intestinale simile a quella che si produce con il latte materno e rendono più morbide le feci, facilitando l’evacuazione. Per questo motivo sono utili anche in caso di stitichezza. Se invece si sospetta un’allergia di tipo alimentare, si può arrivare a formule dietoterapiche, in cui le proteine sono idrolisate, cioè scisse in tanti piccoli pezzi in modo da neutralizzare il loro potere allergizzante. I loro lati negativi? Sono piuttosto costosi e dal sapore non proprio buono. Si può fare un tentativo per circa 15 giorni; se le coliche regrediscono si continua con tale latte, se non si modificano si ritorna alla formula di partenza.

Alcune ricerche indicano che l’assunzione di fermenti lattici, cioè di sostanze che aiutano a mantenere l’equilibrio naturale della flora batterica “buona” nell’apparato digerente, potrebbe alleviare le colichette, ma non esistono ad oggi prove certe della loro efficacia.

Come comportarsi con il neonato: consigli per neomamme

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coliche del neonato, come comportarsi (Istock Photos)

Quando un neonato soffre di coliche gassose, purtroppo non esiste un vero e proprio rimedio efficace anche se sono noti alcuni comportamenti e alcuni rimedi naturali che possono in qualche modo dare sollievo al piccolo bebè sofferente. Tra questi è utile:

  • Tenere in braccio il neonato, o comunque stare a contatto con i genitori; possono essere di grande utilità in questi casi i marsupi o le fasce. Le coccole, anche se spesso non sono sufficienti a impedire il pianto, sono davvero la miglior medicina; in quest’ottica anche cantare una ninnananna può aiutare. Contatto fisico, contatto visivo e parole dolci sono sempre un ottimo rimedio.
  • Provare ad avvolgerlo in una coperta leggera. Questo è un modo per ricostruire l’ambiente protetto e circoscritto dell’utero materno, che spesso dà conforto al piccolo.
  • Provare a portarlo fuori, in passeggino o in macchina. Ebbene sì, il classico giretto in macchina per quietare il bambino molte volte funziona, meglio ancora delle passeggiate in carrozzina. Tanto vale provarle tutte.
  • Provare diverse posizioni: sulla spalla, cullato tra le braccia, sdraiato con la pancia rivolta verso il basso lungo l’avambraccio. Molti neonati provano piacere e si rilassano in queste posizioni.

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  • Provare ad allattare il bimbo tenendolo in posizione eretta, in modo da ridurre la quantità di aria deglutita.
  • Ridurre il consumo di tè, caffè e altre bevande contenenti caffeina in caso di allattamento al seno; indicazioni simili anche per gli alimenti piccanti. L’alcool invece va evitato a prescindere dalle coliche.
  • Utilizzare una tettarella a flusso rapido per il biberon, perchè fori troppo piccoli possono favorire la deglutizione di aria. In commercio ne esistono di vari modelli e marche appositamente prodotti per prevenire o comunque alleviare l’insorgenza delle colichette.
  • In alcuni casi si rivela utile somministrare tisane a base di camomilla, verbena, menta, liquirizia, finocchio: meglio però chiedere il parere del pediatra ed evitare di acquistare di propria iniziativa dei mix di erbe, che possono avere dosaggi non adeguati ai neonati. È bene inoltre ricordare che qualunque tisana può interferire con l’allattamento, poiché potrebbe indurre un finto senso di sazietà che può ridurre il numero di poppate. Inoltre non devono essere zuccherate, mai!
  • Aiutare il bimbo a digerire dopo la poppata facendogli lievi massaggi in senso rottorio sulla schiena (piccoli rigurgiti sono normali).
  • Evitare una stimolazione eccessiva del neonato cambiandogli continuamente posizione (dalla culla alle braccia e viceversa).
  • Alcuni bambini trovano sollievo dall’esposizione al rumore bianco (emesso per esempio dall’aspirapolvere o dalla radio non sintonizzata); altri bambini sembrano apprezzare maggiormente musica, suoni della Natura o addirittura il ticchettio di un orologio.
  • All’occorrenza provate a stendergli le gambette facendo un massaggio delicato. (es. il movimento della rana)

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