Cosa succede se litigate davanti a vostro figlio: i danni irrimediabili

cosa succede se si litiga davanti al figlio
cosa succede se litigate davanti a vostro figlio: i danni (Istock Photos)

Cosa succede se litigate davanti a vostro figlio? Le cause e i danni irrimediabili che il bimbo porterà con sé. Meglio separarsi o stare insieme “per i figli”?

Affrontare la vita di coppia non è mai facile, poi, con l’arrivo di un bambino, la coppia si trasforma – a volte – non in positivo. Iniziano i primi litigi che, forse, esistevano anche prima dell’arrivo del bebè ma, con esso, causa notti in bianco e stanchezza accumulata, una banale frase si trasforma in una lite furiosa e spesso ciò accade in presenza del proprio figlio. Incuranti, presi come siamo, che una piccola vita ci sta osservando, continuiamo a urlare contro al nostro partner. La rabbia che ci assale è sempre meno controllata e non si fa quasi nulla per fermarla. L’esasperazione del non capirsi più è troppa e incontenibile sfocia in logoranti litigate senza fine. E in tutto ciò, la persona che ne fa le spese è sempre il bimbo. Ma ci siamo mai, davvero, chiesti cosa accade nel comportamento di una bimbo che osserva in silenzio i propri genitori litigare? Le cause che un litigio o, una serie di litigi, possono avere sulla personalità e la mentalità di un bambino che dovrebbe vivere in un ambiente sereno e pacifico? No, probabilmente nei momenti di furia accecante, non si ragiona seriamente sui danni che potremmo arrecare a nostro figlio.

Scopriamo allora, insieme cosa succede se si litiga in presenza di un bimbo piccolo e quali sono le cause che possono portare ad un cambiamento drastico nella vita futura di un bambino.

Cosa succede se litigate davanti a vostro figlio?

i danni dei bambini se vivono con genitori che litigano
Cosa succede se litigate davanti a vostro figlio, i danni (Istock Photos)

In un mondo perfetto, mamma e papà sorridono sempre, attendono con ansia il momento dei pasti per chiacchierare allegramente e, in ogni possibile situazione, si scambiano ‘paroline dolci’ e effusioni amorevoli. Peccato che nella realtà non sia proprio così, anzi, spesso è – quasi – l’esatto opposto. Le voci si alzano, le parole si trasformano nel classico ‘botta e risposta’ che invade l’aria: è scoppiata una lite tra mamma e papà che non riescono a moderare i toni davanti al bimbo.

Una cosa però dobbiamo farla presente: la famiglia felice, quella tipica delle pubblicità del Mulino Bianco, proprio non esiste e non è mai esistita. Quindi, rilassatevi per un attimo, perché ogni buon genitore, almeno una volta (e anche più) ha alzato la voce con il rispettivo partner in presenza del proprio figlio. E’ sempre bene farlo da soli, in assenza del bimbo e in qualunque caso, si deve avere l’accortezza di rimandare in un altro momento qualsiasi discussione, anche la più banale per non impaurire il piccolo bimbo che ci sta guardando.

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Qualsiasi adulto che sia cresciuto in una famiglia in cui papà e mamma non si amavano, litigavano in continuazione, non si guardavano nemmeno in faccia ne porta indelebilmente le conseguenze e le cicatrici da grande. Questo è vero per alcuni motivi:

  • genitori troppo presi dal proprio conflitto trascurano i figli, che non ricevono il supporto necessario per crescere in maniera sana ed equilibrata
  • genitori che si offendono a vicenda di fronte ai figli li fanno crescere con l’idea che nessuno dei due sia un riferimento valido e li fanno sentire molto soli e abbandonati a sè stessi;
  • genitori che litigano continuamente precludono al figlio la possibilità di credere che esistano coppie che vivono in armonia, o almeno non in costante tensione, e li allontanano dalla speranza di costruire un giorno una famiglia serena, se non felice;
  • genitori che si relazionano in maniera violenta (verbalmente e/o fisicamente) insegnano ai figli tramite l’esempio che quello è il modo in cui ci si rapporta con gli altri;
  • genitori che non si amano minano nel figlio qualsiasi speranza che esistano sentimenti realmente positivi e altruistici;
  • genitori che si disprezzano trasmettono al figlio un’immagine negativa di sè, dell’altro e della coppia e non gli consentono di avere un modello accettabile al quale ispirarsi nè per la propria crescita nè per la scelta futura di un partner che non sia problematico quanto loro.

Meglio restare insieme o separarsi?

litigi in famiglia
Cosa succede se litigate davanti a vostro figlio, i danni dei bimbi (Istock Photos)

Se un genitore si interroga sul fatto che sia sbagliato o no litigare davanti al suo bambino, in realtà si è già dato, da solo, la risposta. Litigare davanti ai figli, anche quando sono molto piccoli, andrebbe evitato ma se questo dovesse capitare (qualche volta) non dobbiamo farne un dramma. Il problema nasce se iniziamo a chiederci se sia meglio restare insieme o separarsi. Ci sono, di fondo, due scenari che sarebbe meglio evitare per non incappare in traumi seri per nostro figlio:

  • Chi si sente vittima del proprio partner continuerà a sentirsi la parte buona e indifesa della coppia, quello che ha ragione, che è nel giusto, che attende di essere risarcito per tutto quello che l’altro gli ha ha fatto passare.
  • Chi ritiene il proprio partner ingiusto, cattivo, stupido, ritiene che meriti di ricevere risposte, accuse, insulti che rispecchiano quello che lui/lei è, fino al giorno in cui cambierà, e può così sfogarsi senza sentirsi in colpa.

Questi aspetti rivendicativi pongono le basi per l’attesa infinita di un regolamento di conti che non arriverà mai, mentre il “conto” negli anni si allunga ed è sempre più difficile lasciare il tavolo senza aver riscosso nulla. E’ qui che c’è da domandarsi come, il bambino, possa vivere una situazione del genere, e quali conseguenze avrebbe sul suo stato mentale in futuro.

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Un figlio che cresce in mezzo a due persone che vivono questa dinamica è spesso dimenticato e/o strumentalizzato, perchè i genitori sono troppo presi da sè stessi, dai propri problemi, dallo stabilire chi ha ragione e chi è il buono (e chi il cattivo) nella coppia per rendersi conto di quali siano i disagi del figlio – sia quelli fisiologici per l’età, sia quelli indotti dalla tensione che vive in casa.

E succede spesso, purtroppo, che  il figlio, per ottenere attenzione, reagisca in due modi diametralmente opposti:

creando grossi problemi fuori casa (cattiva condotta a scuola, atti di vandalismo, uso di droghe) che costringano i genitori ad occuparsi di lui, a “vederlo”, a rendersi conto che non sta bene, ma a volta anche a punirlo per la colpa di non essere in grado di aiutarli ( i figli si sentono spesso responsabili del benessere dei genitori e coltivano l’illusione onnipotente di riuscire un giorno a risolvere i loro problemi); oppure

impegnandosi il più possibile per farsi amare e accettare e quindi “vedere” in senso positivo conseguendo ottimi risultati a scuola, nello sport o in altri campi (ma in questo modo spesso ottiene solo di tranquillizzare i genitori sul fatto che non ha alcun problema, e viene “visto” ancor meno di chi invece crea dei problemi per attirare l’attenzione).

I genitori che stanno insieme  solo “per i figli” infatti, oltre a non separarsi e ad alimentare il clima di tensione, non fanno nulla per garantire al figlio un clima sereno e la giusta attenzione, ma lo fanno vivere in mezzo a litigi e tensioni dicendogli oltretutto che tutto questo è fatto solo per il suo bene!
Inutile forse specificare che un figlio che si sente dire questo farebbe qualsiasi cosa pur di vedere i genitori separarsi, essendo lui la prima e più debole vittima del loro conflitto.
Questa scusa, spesso utilizzata da chi non è in grado di separarsi e non si vuole separare (perchè attende il risarcimento da parte del partner), annichilisce il figlio che coltiva un forte senso di colpa nei confronti dei genitori.  Dunque quale sarebbe la cosa giusta da fare? Separarsi o continuare?

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Non esiste una risposta giusta per tutti, ma ciò che conta per un figlio sono l’affetto, il clima sereno e la chiarezza.
Le coppie litigiose non riescono a fornirgli davvero nessuna di queste tre cose, ma offrono una situazione confusa, ambigua, carica di rabbia, centrata sul conflitto genitoriale, nella quale il figlio rimane sulla sfondo o è utilizzato comestrumento di un genitore contro l’altro.
Chi davvero pensa che rimanere assieme rappresenti il bene dei figli può dimenticarsi di questo, a meno che non riesca a mascherare il conflitto e a offrire ai bambini un modello di convivenza sufficientemente “civile” nonostante la presenza di un conflitto pesante.

Per riuscirci sarebbe davvero utile il supporto di uno psicologo, e iniziare una terapia di coppia che aiuti anche a decidere quale sia la strada migliore da intraprendere.

Quali danni riporta un bimbo nel tempo

litigi in famiglia
cosa succede se si litiga davanti ai figli (Istock Photos)

Quello che conta davvero è non minimizzare il fatto che il bimbo abbia assistito a una situazione spiacevole. Un comportamento adulto è anche quello di chi commette un errore e poi ripara. Non lo è invece chi lascia passare o sostiene che l’episodio non ha avuto importanza. Il bimbo in età prescolare, può non capire bene i contenuti  di un litigio tra i prorpi genitori ma ‘afferra’ chiaramente che qualcosa tra mamma e papà non va.

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Ma se il testimone della vostra discussione è un bimbo molto piccolo, la reazione che egli avrà sarà ugualmente importante. Già prima dell’anno, il bimbo avverte l’alterazione di suoni e movimenti i toni della voce, il modo di guardarsi l’un l’altro dei genitori, i gesti frenetici delle mani. Magari uno dei due tocca l’altro, o butta giù il braccio con insofferenza. La vita di ogni bimbo è fatta di ritmi, suoni, rumori della casa, lo stridere di una voce è un boato per lui. Intorno all’anno, o anche meno, il piccolo si può spaventare per un tono più alto, ma non casca il mondo. E’ quindi indispensabile rassicurarlo attraverso il linguaggio non verbale. Basta cullarlo, abbracciandolo e trasmettergli, con le mani e la voce, che quanto successo non è distruzione. L’operazione di rassicurazione è sempre fondamentale.

I danni che un bambino può avere da grande se vive perennemente in un ambiente litigioso e ostile sono molti e colpiranno varie aree della sua vita futura:

  • sul piano personale: non avendo goduto di un clima sereno e delle necessarie attenzioni, il figlio avrà accumulato rabbia e senso di impotenza, bassa autostima, difficoltà a relazionarsi con gli altri, sentimenti di diversità da loro e di infelicità.
  • sul piano relazionale: può cercare di evitare in tutti i modi il conflitto, diventando una persona debole che subisce tutto pur di non litigare, oppure può diventare un adulto aggressivo, che cerca in tutti i modi di imporsi e non sa considerare il punto di vista degli altri.
  • sul piano della coppia amorosa: la sfiducia nella possibilità di trovare un partner con il quale creare una coppia e una famiglia felice porterà il figlio a scegliere persone problematiche quanto i genitori, con le quali replicare le stesse dinamiche, o a scegliere partner impossibili perchè non liberi o non interessati.
  • sul piano genitoriale: il figlio, una volta divenuto padre (o madre), tenderà come in tutti i casi a replicare gli errori del genitore del suo stesso sesso e a essere quindi inadeguato, oppure cercherà di non essere come i propri genitori e farà in buona fede gli errori opposti.
  • sul piano della salute mentale: spesso un figlio che assorbe tensioni e vive costantemente in uno stato di rabbia misto a paura e impotenza può sviluppare ansia, disturbi ossessivi, depressione, bulimia, dipendenza da sostanze, disturbi della condotta, disturbi di personalità, con caratteristiche diverse a seconda dell’età.

Purtroppo a volte, è difficile sottrarsi a una lite, tuttavia, quando i problemi sono legati alla coppia, dovrebbero essere gestiti in uno spazio separato: la camera da letto, il salotto. Dunque lontano dallo sguardo e dalle orecchie dei figli.

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