Muore a Manduria l’anziano torturato da babygang

E’ morto l’uomo di 66 anni derubato e torturato per giorni da 14 giovanissimi. E’ successo a Manduria, provincia di Taranto. 

Si chiama Antonio Cosimo Stano l’uomo di 66 anni morto ieri a seguito di un pestaggio da parte di una babygang, a Manduria in provincia di Taranto. I colpevoli sono quattordici, di cui dodici minorenni, tutti quanti accusati di danneggiamento, minacce, violazione di domicilio, aggressione e lesioni personali. La vittima è morta nel reparto di rianimazione dell’ospedale Giannuzzi, dopo diciotto giorni di ricovero.

I quattordici ragazzi pare abbiano aggredito, rapinato e bullizzato l’uomo per giorni, costringendolo alla reclusione e al digiuno. Secondo le accuse la babygang si sarebbe “divertita” in questo modo sopratutto per gioco, e non solo per derubare l’uomo. Come se non bastasse, i ragazzini filmavano le torture con il cellulare, scambiandosi poi i video su Whatsapp; da chi le ha viste, le scene riprese sono state definite “in stile arancia meccanica”: richiesta continua di denaro, insulti, aggressioni con calci, pugni e bastoni. L’anziano, affetto da problemi psichici che lo rendevano particolarmente incline all’isolamento, non ha potuto difendersi in nessun modo. Le aggressioni non sarebbero avvenute solo in casa della vittima, ma anche per strada sotto gli occhi dei passanti che, però, non sono mai intervenuti per aiutare l’uomo.

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L’indagine aperta sul caso è in pieno corso, e attende informazioni fondamentali dall’esame necroscopico che sarà effettuato a breve sul corpo della vittima. La morte, che a prima vista sembrava essere stata causata dai traumi e dalle percosse, potrebbe invece essere riconducibile a fattori patologici, aggravati dallo stato di prostrazione in cui era caduta la vittima.

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“Sono tutti ragazzi normalissimi, studenti di liceo nati e cresciuti a Manduria in contesti familiari a modo, figli di commercianti, impiegati pubblici”. Così  ha detto all’Adnkronos l’avvocato Lorenzo Bullo, che assiste sette dei quattordici ragazzini indagati. “Tutti quelli che si sono avvicinati a questa vicenda, mandando, ricevendo o inoltrando video e messaggi sui due gruppi whatsapp in esame sono coinvolti. Per il momento la Procura, che ha secretato gli atti, ha sequestrato tutti i cellulari e non possiamo far nulla. Da parte mia ho nominato il medico legale di parte, il dottor Massimo Brunetti, che dalle 15 sta partecipando all’autopsia sul corpo della vittima. Domani sapremo qualcosa di più. Certo, bisognerà valutare la sussistenza del nesso di casualità tra quanto avvenuto e il decesso, a 18 giorni di distanza dal ricovero, valutare le cartelle cliniche dei primi ricoveri, le analisi del sangue. Aspettiamo l’esito delle indagini, ad oggi senza aver avuto accesso ad alcun atto”. 

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