Maturità 2019: molta indecisione sulle scelte per il futuro

Maturità 2019: sempre più studenti si dichiarano indecisi sulle scelte per il proprio futuro. Colpa dell’Overeducation e del Mismatch.

Studenti (Fonte: Getty Images)

Cosa fare dopo la maturità? Una domanda importante e sempre più difficile, a cui ogni studente deve trovare risposta. La scelta è fondamentale, sopratutto se si pensa al momento storico attuale: il mondo del lavoro è in continua evoluzione, così come le società e le tecnologie. Ma, purtroppo, sempre più spesso i giovani si dimostrano incapaci di analizzare la situazione e prendere le giuste decisioni. Lo dimostra una ricerca compiuta sull’esame di Stato 2018: durante l’esame di maturità dell’anno scorso circa due studenti su cinque hanno dichiarato di non aver ancora deciso se iscriversi all’università, cercare un lavoro, o tentare di fare entrambe le cose contemporaneamente.

Purtroppo la disinformazione riguardo la situazione lavorativa italiana sembra colpire gli studenti fin dai primi anni di scuole superiori. Pare che i ragazzi, infatti, si accorgano di aver fatto le scelte sbagliate troppo tardi; non si spiegherebbe altrimenti il fenomeno per cui gli istituti professionali italiani, quelli dedicati all’insegnamento di mestieri specifici, siano sempre meno frequentati: solo il 14% dei giovani decide di iscriversi ad una di queste scuole. Le scelte sulle scuole superiori si riflette poi, ovviamente, sulla carriera universitaria: una matricola su tre si avvia verso gli studi umanistici, nonostante le possibilità lavorative in quell’ambito inizino a scarseggiare.

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Maturità 2019: cosa sono Overeducation e Mismatch

Studenti (Fonte: Getty Images)

In Italia si studia poco. Secondo i dati forniti dall’Organizzazione dei Paesi più sviluppati del mondo (OCSE) solo il 18% dei ragazzi italiani si laurea, mentre la media dell’intera zona OCSE è 37%. Nel nostro paese, infatti, un ragazzo su quattro abbandona gli studi prima dei 18 anni. La “colpa” dell’insuccesso di molti ragazzi pare sia da attribuire al fenomeno dell’Overeducation: in Italia, pare, si studia poco e male; dopo la laurea sono sempre di più i giovani che si trovano costretti a lavorare in ambiti diversi da quello per cui si è studiato, spesso sottopagati.

Allo stesso tempo, però, le aziende emergenti sono alla ricerca di profili lavorativi che il mercato italiano non è in grado di offrire: si tratta del fenomeno del Mismatch. Secondo una recente ricerca di Confindustria, l’anno scorso sono rimaste scoperte più di 280mila posizioni lavorative, a causa di assenza di candidati accettabili. Questo fenomeno riguardo sopratutto i mestieri legati alle nuove tecnologie, le cui facoltà dedicate non producono abbastanza laureati per soddisfare le richieste di mercato. In Italia si sente spesso dire che i lavori che le nuove generazioni faranno nel 2030 non sono ancora stati inventati, e pare sia proprio così: lo sviluppo tecnologico e la società corrono veloci, e i lavori nascono e si modificano nel giro di pochi anni.

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