Albano Carrisi (Al Bano) affronta la questione delle accuse mosse a suo carico dall’Ucraina, che lo ha inserito tra i pericoli per la sicurezza nazionale.

“Non sono preoccupato ma non so ancora a che cavolo si riferiscano. Vorrei avere una motivazione, non ho fatto mai niente contro nessuna nazione, tanto meno l’Ucraina. Ho cantato anche per il loro presidente, non riesco a capire da dove nasca questa cosa.”
In una recente intervista a Rai Radio2, Al Bano Carrisi affronta la delicata questione della decisione del ministero della Cultura ucraino che ha inserito anche il cantante Albano Carrisi (Al Bano) nella lista dei 147 individui che considera una minaccia alla sicurezza nazionale.
La lista nera viene compilata e aggiornata dal ministero della Cultura in base alle richieste del Consiglio di Sicurezza e Difesa nazionale dell’Ucraina, dei servizi di sicurezza ucraini e del Consiglio della Tv e Radio nazionali.
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Del resto Al Bano e Romina Power erano particolarmente famosi in Unione Sovietica negli anni Ottanta e Novanta e recentemente sono tornati in Russia per i concerti della loro celeberrima reunion. A far cadere però Carrisi nel mirino del ministero della cultura ucraino non è stata tanto la sua carriera quanto alcune sue dichiarazioni.
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Al Bano Carrisi attende le scuse dell’Ucraina

“Dicono che tutto dipenda dal mio apprezzamento per Putin e per la Russia? Ma se mi fanno una domanda avrò il mio diritto di rispondere come la penso. Ma questo non vuol dire che sono contro l’Ucraina”.
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Sarebbero dunque le valutazioni politiche espresse ad aver fatto scattare il campanello dall’allarme attorno al nome di Al Bano che però, a quanto pare, non rinuncerà facilmente all’opportunità di riabilitarsi:
“Non ho avuto ancora tempo di parlare con nessuno, nelle prossime ore mi metterò in moto per capire esattamente che cosa è accaduto e che cosa cercano. Io mi considero un uomo di pace, non vedo perché mi debbano far passare per terrorista. Addirittura potrei attentare alla sicurezza nazionale, ma stiamo dando i numeri? Appena mi hanno dato la notizia ho pensato a un pesce d’aprile anticipato, o a qualcosa del genere. La mia coscienza è a posto. Non ho mai detto mezza parola contro l’Ucraina. Mi aspetto anche delle scuse”.
Tra Al Bano e il ministero della cultura ucraino la querelle sembra dunque non esser affatto finita qui. Attendiamo le successive mosse del cantante.