Elena Ceste, la figlia Elisa dedica una lettera struggente alla mamma

“Vorrei vederti un solo istante, per donarti quel bacio che non ti ho dato!”, inizia in questi termini il manoscritto molto toccante che Elisa Buoninconti ha deciso di scrivere alla sua dolce mamma Elena Ceste.

Tutti ricorderanno la storia triste della donna scomparsa la mattina del 24 gennaio 2014 dalla casa di famiglia a Costigliole d’Asti,nel Monferrato astigiano in Piemonte. Elena fu uccisa dal marito Michele Buoninconti, condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione a trent’anni di galera. E’ la prima volta che si espone pubblicamente Elisa e lo ha fatto con una lettera  straziante. Un messaggio toccante  quello della diciottenne che a cinque anni da quel terribile dramma famigliare ha voluto ricordare la mamma    con affetto e nostalgia attraverso un post su Instagram in cui viene fuori  tutto il suo amore di una figlia ma anche il suo enorme di una mamma venuta a mancare troppo presto. Una mancanza ribadita anche nei mesi scorsi quando aveva scritto: “L’unica cosa che vorrei per Natale se tu, mamma…Mi manchi da morire.

“Vorrei per un solo istante ritrovare il tuo calore nella magia di un abbraccio, avvolgendomi nel profumo della tua pelle! Vorrei parlarti un solo istante, per raccontarti il mio dolore! Vorrei ascoltarti un solo istante, per consolare il mio cuore e assaporare attimi di infinito amore! Vorrei… Vorrei… Vorrei… ma tu mamma non puoi!” prosegue Elisa nel suo post a corredo si una sua foto da bimba in braccio a una giovane Elena Ceste. “Il tuo alito impalpabile mi sussurra: ‘Non piangere, io sono il vento che ti accarezza, il sole che ti scalda, la pioggia che ti bagna… Io sono dentro di te…!!!’ Mi manchi Mamma!” conclude la straziante lettera.

Ora di lei e i suoi fratelli si occupano i nonni:”Mia nonna è dovuta diventare di nuovo mamma per noi e insieme al nonno ci danno la forza e molto coraggio. I miei nonni sono due persone meravigliose. Se non avessimo avuto loro, non saremmo ancora una famiglia” aveva spiegato nei giorni scorsi la stessa Elisa in un evento della comunità locale a sostegno della famiglia .”

A “Quarto Grado” è stata letta una lettera  che il marito di Elena Ceste, condannato per la morte della ha inviato al proprio avvocato

Il caso che ha tenuto con il fiato sospeso tutta l’Italia per carecchi mesi. E’ il caso di Elena Ceste, la mamma di Costigliole D’Asti, madre di 4 figli, trovata morta vicino casa sua in un canale di scolo. Per questo omicidio è stato condannato il marito, Michele Buoninconti, salernitano d’origine, che ha sempre professato la sua innocenza e che non ha mai confessato nulla. Ora, dal carcere, ha inviato una lettera:

“Chissà quando mi permetteranno di portare un fiore sulla tomba della mia amata Elena”:

scrive così Michele Buoninconti condannato per l’assassinio  della moglie, Elena Ceste.

La lettera dal carcere di Michele Buoninconti


Alla trasmissione  “Quarto Grado” che spesso si è occupata di questo intricato caso insieme a Chi L’ha Visto?  si leggono le parole inviate dall’uomo dal carcere di Saluzzo, in provincia di Cuneo, dove sta contando la sua pena  al suo legale Enrico Scolari:

“Ancora non riesco ad accettare ciò che è accaduto: perché a lei? Non poteva restare ancora un po’ con i suoi figli che tanto amava? Col dolore nel cuore ti scrivo queste cose: perché? Perché? Perché?”

Michele Buoninconti ha sempre dichiarato la sua innocenza, in più occasioni. Anche quando ormai il cerchio si era stretto intorno a lui inchiodato dalle troppe incongruenze nelle sue dichiarazioni post scomparsa di Elena:

“Chissà quando finirà questa sofferenza alla quale si aggiunge la disperazione di non essere creduto”.

 

Elena Ceste è sparita nel nulla  da casa sua a Costigliole dʼAsti il 24 gennaio 2014: il suo corpo senza vita è stato  ritrovato in un canale di scolo solo nei mesi successivi dopo, il 18 ottobre. La Cassazione ha reputato colpevole per l’omicidio Buoninconti con una condanna a 30 anni di carcere.

I figli sono stati affidati ai nonni materni e vanno a scuola ad Alba in provincia di Cuneo. Una famiglia sconvolta. Una storia che ha segnato tutta l’Italia e che sembra assurda per quanto vera. Elena, madre esemplare, forse stufa della routine e di non lavorare più.

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