Anna Maria Franzoni ha scontato la sua pena. Quella di 16 anni per aver uciso suo figlio Samuele.
Ora ha un vicino. Si chiama Antonio Bignami. L’uomo, sentito dai giornalisti non ha nessun dubbio: «Le affiderei i miei figli», dice dopo il ritorno alla libertà della donna condannata per l’uccisione di suo figlio. «Io posso dire che quando i nostri bambini erano piccoli lei faceva da babysitter». Glieli affiderebbe anche oggi? «Certo», risponde.
Potrebbe interessarti anche—>Tragico lutto per Chiara Ferragni: muore il suo ex manager Alessio Sanzogni
Questa persona, vive di fronte all’abitazione dove si è trasferita la Franzoni, a Monteacuto Vallese, sull’Appennino .di Bologna «Per me sono una famiglia di persone assolutamente equilibrate, brave. È chiaro che anche nelle persone più equilibrate un colpo di follia può succedere». E alla domanda se è innocente ha risposto cosi: «Non lo so, non lo posso sapere».
Il delitto di Cogne, un caso italiano
Il delitto di Cogne è una storia triste italiana. Un omicidio commesso il 30 gennaio 2002 in una villetta di Montroz , frazione di Cogne in Valle d’Aosta, a danno di un bambino di tre anni, Samuele Lorenzi. Il 21 maggio 2008 la Corte di Cassazione riconobbe definitivamente come colpevole del delitto la madre, Annamaria Franzoni; la donna ha scontato in carcere una pena effettiva di 6 anni, seguita da 5 anni in detenzione domiciliare. La pena si è estinta il 7 febbraio 2019, data dalla quale Annamaria Franzoni è una donna definitivamente libera.
Il caso ebbe una rilevanza mediatica notevole principalmente a causa delle numerose interviste televisive rilasciate dalla Franzoni subito dopo il delitto (partecipò tra gli altri al talk show Porta a Porta e al Maurizio Costanzo Show) e all’apparente decisione della difesa di utilizzare il mezzo televisivo per ottenere l’appoggio dell’opinione pubblica che, almeno nelle prime fasi del processo che seguì, di fatto si divise fra innocentisti e colpevolisti