Aveva fatto la spesa lasciando le borse in macchina. In casa diverse lettere indirizzate al marito. Il sindaco di Clos commosso: “Strazio difficile da accettare. Questo paese è una grande famiglia dove tutti conoscono tutti”.
Sul tavolo del soggiorno di casa due lettere scritte a mano e indirizzate al marito Osvaldo Empereur, 47 anni, sottufficiale del Corpo Forestale valdostano. “Non sopporto più questa vita”, il messaggio centrale. Marisa Charrère, 48 anni, l’infermiera professionale del reparto di cardiologia dell’ospedale Parini di Aosta, lo scorso giovedì sera ha ucciso i due figli di 7 e 9 anni, Nissen e Vivien, iniettandogli una soluzione letale a base di potassio, e poi si è tolta la vita lei.
I lutti in famiglia
Ad aver portato alla fatale e tragica decisione potrebbe esserci il dolore mai superato di alcune perdite importanti. Il padre, un operaio del soccorso stradale morì quando Marisa era bambina, finendo in una scarpata con un mezzo spazzaneve nel corso di una tormenta. E su quelle stesse strade di montagna se ne andò anche il fratello schiantandosi contro un Tir.
Stacanovista
Sul lavoro si era fatta conoscere per la grande diligenza e scrupolosità.
“Adorava i figli, era attenta ai loro bisogni e presente. L’unico rammarico era di averli avuti da “grande”, ma questo era un motivo per stare sempre con loro, accompagnandoli a scuola e a lezione di sci di fondo“, la voce di alcuni colleghi.
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Il sindaco Loredana Petey, in lacrime dopo aver appreso la notizia, ha parlato di “uno strazio difficile da accettare. Questo non è solo un paese, è una grande famiglia dove tutti conoscono tutti“.
Un ultimo cenno di normalità
Dall’altra parte del piazzale del civico 13 di Clos Savin è parcheggiata la Suzuki Ignis dell’infermiera. Dentro ancora le borse della spesa appena fatta e due palloni. In un cassettino sotto al volante la patente di Marisa. Un investigatore della Mobile ha provato così a riassumere la tragedia: “È andata a fare l’ultima spesa normalmente“, quindi il gesto estremo.