Ylenia Carrisi, spunta l’identikit della figlia di Al Bano e Romina

Il caso di Ylenia Carrisi, la figlia di Al Bano è Romina Power è riaperto in questo agosto italiano.

 

In questi ultimi giorni è stata nuovamente riaperta la pista sulla scomparsa della giovane.

Sono infatti arrivate  nuove dichiarazioni che hanno riacceso nuovamente la speranza di ritrovarla ancora in vita. Quello che ha sempre pensato dentro al suo cuore mamma Romina. E sempre in questi giorni, sono state pubblicati su più siti  le immagini  di Ylenia, di come potrebbe essere diventata oggi.

 

La figlia di Al Bano e Romina Power è sparita nella nulla 24 anni fa da New Orleans. Con la disperazione nel cuore, mamma e papà, non hanno mai smesso di cercarla e soprattutto Romina, da vera mamma, ha sempre sperato di ritrovare un giorno la figlia ancora in vita.

Una storia lunga 24 anni quella di Ylenia Carrisi

Ylenia al momento della sua scomparsa, viveva in un albergo con Alexander Masakela, un trombettista che sentito dagli inquirenti,  disse con grande certezza che non sapeva dove fosse, ma che era sicuramente ancora viva.

Il primo dicembre del 2014, Al Bano contro il volere di Romina, decide di presentare al tribunale di Brindisi una dichiarazione di morte presunta. Ylenia veniva dichiarata priva di vita in via ufficiale il 31 Dicembre 1993 .

La testimonianza a cui hanno creduto gli inquirenti

La testimonianza più attendibile di tutta questa storia è quella di Albert Cordova, guardiano notturno dell’Audubon Aquarium of the Americas, che aveva riferito una notizia agghiacciante: il  6 gennaio 1994 alle 23:30 circa aveva visto una ragazza bionda gettarsi nel Mississippi:

“Era seduta sulla banchina di legno con le gambe penzoloni. Bionda, carina, di età fra i 18 e i 24 anni. Indossava una giacchetta scura e un vestito con dei disegni, forse dei fiori, che le arrivava fin sotto il ginocchio. Aveva un’espressione molto triste, depressa. Guardava il fiume. In quella striscia di parco che corre lungo il fiume è proibito fermarsi di notte: la si può solo attraversare. Così appena l’ho vista da lontano mi sono avvicinato fino a uno, due metri. Tutto è durato non più di 30-60 secondi. Le ho detto: ‘Non puoi stare lì, devi muoverti’. ‘Non importa – mi ha risposto – tanto io appartengo comunque alle acque’ e con un balzo si è tuffata nel Mississippi. Le ho gridato di tornare indietro, ma è come se non volesse sentirmi. Continuava a nuotare sicura verso il centro del fiume, senza paura. Quando ho visto che si allontanava sempre di più sono corso a chiamare un agente della polizia fluviale. Insieme abbiamo continuato a urlare, inutilmente. Poi d’improvviso, forse per un crampo provocato dal freddo, ha cominciato a dibattersi, a chiedere aiuto: è andata giù una prima volta, una seconda. Un barcone di passaggio ha creato una specie di mulinello. La ragazza è andata giù di nuovo, ma questa volta non è riemersa. L’abbiamo cercata per ore, con tre motoscafi della polizia e due elicotteri. Non c’è stato niente da fare”.

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