Repubblica on line sconvolge il web con un titolo a suon d’imprecazione

repubblicaUn post di Repubblica del 2016 torna alla ribalta, tutta colpa di un titolo con annessa imprecazione.

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Un titolo normale, forse un po’ prolisso ma adeguato a un pezzo di approfondimento scientifico realizzato da un’importante testata. Nel mondo del web però anche i titoli possono cambiare, il loro ruolo chiave nell’attrarre l’attenzione del lettore li rende spesso soggetti a mutazioni ad hoc, piccole modifiche volte a rendere anche l’argomento più serio e un po’ tedioso intrigante e attraente.

Il titolo di cui sopra è di un articolo edito da Repubblica on line nel luglio 2016, un pezzo che potrebbe apparire uno dei tanti approfondimenti sull’educazione infantile ma che nel mondo dei social a collezionato una mole di clic anomala per un articolo dal taglio scientifico. Il motivo di un simile successo è forse da ricercare nella versine modificata del titolo, quella con cui il pezzo è stato diffuso nel mondo dei social:

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Titolo shock: Repubblica impreca

mamma figlio
stock photo

Nel luglio 2016 il web rimase letteralmente sconvolto dalla comparsa del titolo sulla pagina Facebook della versione on line del quotidiano: una imprecazione lì in primo piano nel titolo di un pezzo firmato Repubblica.

Il quotidiano si dissociò immediatamente, sostenendo di non aver nulla a che fare con quel cambiamento del titolo e chiedendo agli utenti di segnalare il post.

In molti però trovarono difficile credere all’estraneità della testata e asserirono che il titolo con imprecazione fosse un metro escogitato da Repubblica per ottenere più clic.

Il post comunque sembrava sparito ma in questi giorni è tornato a fare capolino su Facebook, nuovamente condiviso da un web evidentemente ancora scandalizzato ma, al tempo stesso, incuriosito da un gergo tanto “particolare”.

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Certi titoli evidentemente non solo cambiano ad hoc ma possono anche divenire immortali ed entrambe queste particolari qualità sono frutto dell’era del 2.0 che rende ogni cosa possibile ed eterna, anche quando il suo stesso creatore vorrebbe farla scomparire.

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