Nicola Panico rivela com’è morto suo padre: è stato ucciso

Nicola Panico

Nicola Panico racconta la vera storia della morte di suo padre. Aveva mentito durante Temptation Island, un anno fa.

Ormai nessun personaggio noto riesce a sottrarsi al gioco delle domande su Instagram. Anche Nicola Panico, ex di Sara Affi Fella, lasciato dinanzi al falò di Temptation Island. Ha risposto ai propri fan con assoluta onestà, aprendosi su un tema decisamente delicato come la drammatica morte di suo padre.

Di quanto avvenuto lui ne aveva già parlato un anno fa in televisione, nel resort di Temptation Island. Al tempo però aveva raccontato una bugia, come lui stesso ora ammette. Ha così svelato la reale storia sul web, attraverso il suo account social. Durante il programma aveva spiegato come suo padre avesse perso la vita a causa di un incidente stradale. La verità però è che venne ucciso.

Nicola Panico, la verità sulla morte del padre

La domanda arriva diretta da un follower, che gli chiede come sia morto suo padre. Nicola risponde in maniera ampia e dettagliata, quasi a volersi togliere un enorme peso dallo stomaco: “Questa domanda me la fanno tutti. A Temptation ho mentito quando dissi che aveva avuto un incidente d’auto. E questa cosa me la porto ancora dentro, sembrava quasi che mi vergognassi di quello che accadde in realtà! Alcune notti ancora ci penso e mi trovo pentito di non averlo detto subito. Mio padre, in realtà, fu sparato vicino casa ed io ero a 2 passi! Avevo solo 20 anni e alle 2.22 del 22 gennaio 2004 la mia vita è cambiata”.

Nicola Panico, tatuaggio per il padre

Era dunque il 22 gennaio e suo padre venne ucciso alle 2.22. Ecco spiegato di conseguenza il tatuaggio che Nicola ha sul braccio, condiviso anche da Sara Affi Fella. Il numero inciso è 222, che ritorna spesso nella sua vita, come Nicola spiega su Instagram: “222 è un numero che ricorre molto spesso nella mia vita: 2.22 è l’ora in cui morì mio padre durante un incidente, era il numero di targa della sua auto, Sara è nata alle 2.22. Durante la nostra prima vacanza avevamo la stanza 222… insomma, è un numero che un po’ ci perseguita e, così,  abbiamo voluto imprimercelo sulla pelle”.

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