Sesso con alunno di 14 anni: l’insegnante confessa tutto

sesso alunno
Una classe scolastica

Il processo all’insegnante di Bergamo che ha confessato di aver fatto sesso con un suo alunno 14enne: “Sono pentita” 

Una storia che ha appassionato l’Italia, quella dell’insegnante bergamasca che ha fatto sesso con un suo alunno, all’epoca 13enne, che ha da poco compiuto 14 anni. Si chiamavano “amore” e forse era davvero nato qualcosa fra la professoressa e il suo alunno delle scuole medie, come da lei stessa dichiarato negli interrogatori fino a qualche giorno fa. 40 anni, separata col marito e madre di due figli, una situazione familiare un po’ complicata. Lo ha ammesso anche lei nell’interrogatorio di garanzia al Tribunale: davanti al gip Marina Cavalleri ha raccontato il momento personale difficile che sta vivendo, fra la separazione e tutto il resto, e si è resa conto che probabilmente proprio questa situazione ha fatto sì che lei perdesse il controllo e si lasciasse andare ad una storia con un ragazzino.

Una storia di sesso, sesso con il suo alunno, un fatto confermato non solo dalla successiva confessione della donna ma anche dalle indagini, avvenute tramite appostamenti e intercettazioni. Ma forse c’era anche qualcosa di più. Nei messaggini intercettati c’erano vezzeggiativi da fidanzati, c’era l’intenzione, da parte del ragazzo, di presentarla addirittura alla famiglia. Ora la professoressa ha riconosciuto di aver sbagliato, ma se n’è resa conto soltanto dopo che è stata scoperta. Erano innamorati, sia lui che lei. Un errore, ma commesso in buona fede.

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Sesso con alunno, il processo all’insegnante di Bergamo

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Una classe scolastica

Ora la professoressa bergamasca è agli arresti domiciliari per il reato commesso. La legge vieta rapporti sessuali con i minori fino ai 14 anni, e la restrizione è ancora più grave (fino a 16) se il rapporto fra i due è di parentela o di alunno-insegnante. Si conoscevano fin da quando lui era in prima media, e in terza (lui sta sostenendo gli esami di terza media in questi giorni) è scoccata la scintilla. Ora, dopo l’interrogatorio in cui l’insegnante ha ammesso i fatti, l’avvocato Roberto Giannì ha chiesto la revoca dei domiciliari, chiedendo che le sia solo vietato di avvicinarsi al suo studente. Il pm ha dato parere favorevole.

La misura cautelare era scattata per il timore che gli incontri potessero proseguire anche dopo la fine dell’anno scolastico, vista “l’assenza di freni inibitori” ravvisata nel corso delle indagini. Ora invece pare essersi resa conto che ha commesso un errore e si è detta pronta a seguire un percorso psicologico per capire cosa abbia innescato in lei questo corto circuito. Perché naturalmente, anche secondo il codice penale, era lei che doveva fermarsi, e invece non è accaduto.

 

 

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