Bill Cosby rischia 30 anni di carcere: ecco quando la sentenza

Bill Cosby condannato per violenze sessuali

Bill Cosby rischia sempre di più di finire in carcere, nonostante i suoi 80 anni. Settembre sarà un mese cruciale per il resto della sua vita, quando ci sarà la sentenza del suo processo.

Il tempo stringe per Bill Cosby, che potrebbe davvero essere incarcerato, nonostante i suoi 80 anni. L’ormai ex leggenda americana ha svelato il suo vero volto, e per molti è tempo che paghi, come accadrebbe con chiunque altro. I soldi non possono garantire la libertà o quantomeno gli arresti domiciliari, come ribadito da tanti utenti sui social, che seguono con attenzione il processo, di recente concluso.

Dalle tante accuse di molestie sessuali fino alla colpevolezza, dato l’abuso perpetrato ai danni di Andrea Constand, nel lontano 2004. Attualmente Cosby è agli arresti domiciliari, ma il rischio di finire in carcere è decisamente concreto. La sentenza in merito però arriverà soltanto tra il 24 e il 25 settembre. Davvero poche le chance che il tutto vada in favore dell’attore, con una situazione ribaltata rispetto allo scorso mese. Le accuse contro di lui sono circa cinquanta, ma soltanto una donna è riuscita a non far cadere il reato in prescrizione. Il coraggio di una, per fare giustizia per tutti, anche contro la burocrazia.

Processo a Bill Cosby, arriva la sentenza

Bill Cosby condannato per violenze sessuali

Il rischio concreto è di finire in carcere per ben 30 anni, dopo che una giuria di 12 persone lo ha dichiarato colpevole lo scorso mese (cinque donne e sette uomini. L’accusa è d’aver prima drogato e poi violentato Andrea Constand (la donna che tiene in piedi il processo), che oggi ha 44 anni, e al tempo della violenza lavorava presso la Temple University, dove l’attore era un membro del consiglio d’amministrazione.

Una situazione più che delicata e, ora che la giuria si è espressa, ha anche portato conseguenze ufficiali sul fronte professionale. L’Academy degli Oscar ha infatti decretato la sua espulsione. L’attore non potrà mai più presenziare alla cerimonia o ricevere un premio, al pari di Weinsten, accusato di molestie sessuali, e Roman Polanski, che promette però una dura battaglia legale contro l’organizzazione americana.

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