Milano: donna licenziata perché malata di tumore

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Scandalo a Milano per la donna licenziata poiché malata di tumore.

In occasione del Primo Maggio, mentre ci si accinge a festeggiare la giornata dei lavoratori, c’è chi il per il proprio posto sta lottando con tutte le sue forze. Si tratta di una donna che, malata da anni di una malattia oncologica, invece di ricevere sostegno dall’ente per il quale lavorava si è vista dare il ben servito da un giorno all’altro. L’incresciosa storia è avvenuta a Milano, presso il piccolo Cottolengo Don Orione dove un’ausiliaria socio assistenziale di 53 anni, sposata e con un figlio ancora studente è stata licenziata per via della sua malattia.
L’ente religioso per il quale ha prestato servizio per 33 anni ha infatti provveduto con il licenziamento, nonostante la donna sia stata ritenuta idonea al lavoro con delle più che logiche limitazioni relative agli sforzi fisici. Un problema che per l’ente sembra essere di troppo tanto da aver superato la naturale empatia che dovrebbe spingere a mantenere e sostenere un proprio dipendente nel momento del bisogno.

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Una lotta del sindacato per ridare il lavoro ad una donna ingiustamente licenziata

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È la storia di un’ingiustizia quella della donna che dopo 33 anni di servizio si è vista chiudere la porta in faccia dai propri datori di lavoro e tutto a causa della sua malattia.
Secondo L’Ast la donna, pur non potendo sollevare pesi superiori a cinque kg può comunque svolgere le normali mansioni legate al suo lavoro: mansioni come distribuire i pasti o dare una mano a quei pazienti più autonomi e che non necessitano di essere sollevati. Di diversa opinione è invece il direttore Don Pierangelo Ondei che ha proceduto con il licenziamento, sostenendo che nonostante gli sforzi non è stato possibile ricollocare la donna per nessuna mansione.
Un problema increscioso e del quale i sindacati si stanno già occupando al fine di far riavere il posto alla sfortunata protagonista di questa storia. Una di quelle che non si vorrebbe mai leggere e per le quali il lieto fine è quanto meno doveroso. A tal proposito, il sindacato generale di base ha deciso di approfittare della giornata di oggi per portare ancor più alla luce questa incresciosa vicenda, nella speranza di riuscire a trovare una soluzione rapida e definitiva.

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