Governo, nuove consultazioni: ipotesi presidente del Consiglio donna

presidente del consiglio donna
Maria Elisabetta Alberti Casellati (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

Verso il Governo, domani e dopodomani nuove consultazioni per Mattarella: spunta l’ipotesi di una presidente del Consiglio donna.

Non si ferma l’iter per la nascita del nuovo esecutivo, dopo l’elezione dei presidenti delle due Camere. Si riparte da dove tutto si era fermato, la scorsa settimana. Infatti, a nulla sono servite le consultazioni della settimana scorsa portate avanti dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Così, il Capo dello Stato rivedrà i partiti e le massime cariche istituzionali sia giovedì che venerdì e cercherà di capire quali sono le loro intenzioni. La speranza di cambiamento degli italiani e le aspettative restano ancora alte, per cui non sarebbe da escludere la possibilità che dopo aver eletto per la prima volta una donna come seconda carica dello Stato non si possa eleggere anche un presidente del Consiglio scelto tra le esponenti del gentil sesso.

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Una donna presidente: i casi nel mondo

Avere una donna come presidente del Consiglio per l’Italia sarebbe la prima volta, ma in diverse parti del mondo l’alternanza tra uomo e donna è una prassi ormai consolidata. I casi più vicini al nostro Paese e più eclatanti sono quelli di Angela Merkel cancelliere in Germania e Theresa May premier nel Regno Unito, dove già negli anni Ottanta aveva ricoperto il medesimo ruolo la “lady di ferro” Margaret Thatcher, della quale peraltro ricorre in questi giorni il quinto anniversario della morte. La prima donna a essere stata prima ministra nella storia fu Sirimavo Bandaranaike: eravamo nel 1960 in Sri Lanka e la premier venne rieletta per tre mandati non consecutivi. Il primo caso che ebbe invece una certa notorietà è quello di Isabel Perón, che succedette al marito Juan Perón in questo ruolo a metà anni Settanta. Per quanto riguarda una donna alla presidenza della Repubblica, il primo caso fu quello dell’islandese Vigdís Finnbogadóttir: ricoprì il ruolo dal 1980 al 1996. Attualmente, sono diverse le donne che ricoprono un ruolo di Primo ministro in giro per il mondo: nel Bangladesh, ad esempio, alla guida del Paese c’è da molti anni Sheikh Hasina, mentre la presidente della Lituania è Dalia Grybauskaitė. Alla guida della Norvegia da cinque anni c’è la conservatrice Erna Solberg. Al governo di Malta c’è poi Marie Louise Coleiro Preca, la seconda donna premier dopo Agatha Barbara.

Una presidente del Consiglio donna per l’Italia: i nomi

L’Italia, invece, non ha mai avuto a oggi un presidente del Consiglio donna e l’ipotesi al momento appare remota. Intanto, il direttore de ‘La Stampa’ Maurizio Molinari propone che sia una donna la nuova guida del governo. Questo risponderebbe a suo avviso a una reale richiesta di cambiamento. Con un po’ di ironia, diversi anni fa, gli Articolo 31 ipotizzavano in un brano che nel 2030 la prima presidente donna sarebbe stata Ambra Angiolini. La speranza però è che non si debba attendere così a lungo per avere una presidente del Consiglio donna. Occorre dire che tra i leader delle formazioni politiche in lizza per le elezioni del 4 marzo soltanto Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, Beatrice Lorenzin, leader di Civica Popolare, e Viola Carofalo di Potere al Popolo rappresentavano il sesso femminile. Vederle a capo di un governo è impossibile, così come è difficile immaginare che tra gli esponenti della Lega o del Movimento 5 Stelle emerga una donna. Primo candidato naturale è Maria Elisabetta Casellati, la neo presidente del Senato ed esponente di spicco di Forza Italia, con un’esperienza di lungo corso a Palazzo Madama. Un ostacolo è rappresentato dal fatto che difficilmente si formerà un governo di larghe intese che includa centrodestra e Pd. Un’altra figura di provenienza istituzionale sarebbe la vicepresidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia. Tra le ex ministre, in pole position troviamo Paola Severino, la Guardasigilli del governo tecnico Monti, nome che però non piace a Luigi Di Maio, e la leader radicale Emma Bonino. Figure più interne ai partiti sarebbero Silvana Sciarra del Movimento 5 Stelle, in prima linea contro la legge Fornero, e – proveniente dal Partito Democratico – Anna Finocchiaro, più volte indicata in passato come possibile candidata al Quirinale. Tra i nomi anche quello di Linda Lanzillotta e dell’economista Lucrezia Reichlin. Difficile pensare a un ruolo di Presidente del Consiglio per Maria Elena Boschi, Debora Serracchiani e Laura Boldrini in quota centrosinistra, o per Mara Carfagna e Daniela Santanché nel centrodestra. Una esponente della società civile gradita al Movimento 5 Stelle potrebbe essere la giornalista Milena Gabanelli, che però nel 2015 disse no a una sua eventuale candidatura al Quirinale.

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A cura di Gabriele Mastroleo

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