Assenteisti al Comune di Ficarra: 23 dipendenti coinvolti

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Dipendenti assenteisti a Ficarra, in provincia di Messina, dove a quanto pare il Comune era in balia di un gruppo di persone che non c’erano praticamente mai. Sono ben 23 i dipendenti comunali beccati mentre si assentavano dal lavoro sistematicamente, senza alcuna paura di essere scoperti, visto che i controllori erano conniventi con loro. Ma alla fine i controlli incrociati hanno portato a scoprire chi imbrogliava e sono scattate le indagini per truffa da parte dei Carabinieri del luogo, che hanno preso a monitorare attentamente gli spostamenti dei vari dipendenti comunali sotto la lente di ingrandimento e hanno scoperto cosa stava accadendo.

Sono finiti nell’indagine diversi pezzi grossi del Comune di Ficarra, fra cui ad esempio un dipendente assenteista dell’area amministrativa che era addetto alla predisposizione e gestione delle proposte e atti deliberativi della giunta, del consiglio comunale, del sindaco e del responsabile d’area. In questo caso si è scoperto che l’uomo uscisse dalla casa comunale per effettuare le sue commissioni al bar, al mercato, dal tabaccaio o dal meccanico, senza che nessuno gli dicesse nulla, per un totale di quasi 2.500 minuti.

Ficarra, dipendenti assenteisti: le indagini dei CC

Le indagini dei Carabinieri hanno poi scoperto altri dipendenti assenteisti abituali nel Comune di Ficarra (Messina). Misura cautelare interdittiva di 9 mesi per chi è stato beccato in flagrante, come ad esempio un’addetta all’ufficio segreteria del comune, con mansioni nell’ambito del settore trasparenza e anticorruzione, che con la scusa di commissioni per il Comune usciva (ovviamente senza timbrare il badge in entrata e in uscita) ed effettuava invece commissioni per suo conto, per un totale di ben 160 uscite in due mesi. Sospensioni e misure interdittive anche per chi era addetto al controllo: pur essendo consapevoli dell’andazzo, infatti, omettevano volutamente i controlli per non mettere nei guai i colleghi. La procura di Patti, che sta coordinando l’inchiesta, ha mandato gli atti alla Corte dei Conti per quantificare il danno patrimoniale subito dal comune.

 

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