Smaltimento rifiuti tossici, l’indagato commenta: “che muiano i bambini”

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Ci mancavano anche i bambini che vanno all’ospedale. Che muoiano, m’importa niente dei bambini che si sentano male. Io li scaricherei in mezzo di strada, i rifiuti

Sono le parole agghiaccianti utilizzate durante una telefonata intercettata dalle autorità all’interno della maxi inchiesta della Dia su oltre 200 mila tonnellate di rifiuti tossici smaltiti facendoli passare per comune immondizia.

Sono decine le aziende italiane entrate in questo ragiro, le cui tecniche sono state paradonate dal pubblico ministero Squillace Greco a quelle utilizzate dalla camorra nella terra dei fuochi. Stracci imbevuti di sostanze tossiche, filtri per olio motore e tonervenivano smatiti come comuni rifiuti grazie a un semplice e rapido scambio di codici e documenti.

Il giro d’affari, poiché di questo purtroppo si tratta, aveva raggiunto livelli tali da far preoccupare persino le persone direttamente coinvolte: in una delle intercettazione si può sentire un uomo lamentarsi di come il quantitativo di toner arrivati fosse così elevato da preoccuparlo e spingerlo a richiedere un incontro con chi organizzava le spedizioni.

Gli affari però si sa non si fermano di fronte a nulla e così, quando una delle discariche inizia ad attrarre troppa attenzione perché vicina a una scuola i cui bambini finiscono sempre più spesso in ospedale, ecco che emerge a frase agghiacciante: “che muoiano i bambini”. Parole che senza dubbio lasciano attoniti e, soprattutto, fanno riflettere su quanto la sete di denaro possa accecare, rendendo praticamente inarrestabili i meccanismi di una truffa che mina la sicurezza ambientale e la salute di molti.

Sei le persone arrestate, almeno una trentina gli indagati, in questa inchiesta partita da Firenze e Livorno ma destinata a quanto pare ad allargarsi sempre più.

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