Laura Tangherlini, giornalista di RaiNews24, racconta: “botte, insulti e ricatti da mio marito”

Da quando Asia Argento ha trovato il coraggio di denunciare colui che oramai è visto come il vero mostro di Hollywood, Harvey Weinstein, un vaso di Pandora sembra essersi finalmente aperto. Al suo interno molti orrori purtroppo ma finalmente anche tanto coraggio, quello di denunciare le violenze subite traendo forza dal non sentirsi più sole.

Molte sono infatti le donne che hanno iniziato a parlare, smascherando i loro aguzzini, più o meno famosi, e dando a loro volta coraggio ad altre donne che hanno finalmente iniziato a parlarle, alimentando un circolo, in questo caso, virtuoso.

Al colo si unisce oggi Laura Tangherlini, giornalista e conduttrice di RaiNews24, che racconta via social la sua triste e dolorosa storia di violenza.

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Ecco le parole di Laura, un racconto che preferiamo riportarvi così come la sua protagonista a voluto narrarlo:

La violenza domestica è toccata anche a me. I momenti di passione e chimica infinite,uniti a quelli in cui mi faceva sentire una principessa, mi trattenevano incatenata a lui. E mi facevano credere che il suo fosse amore, al massimo gelosia. E che fossi io a sbagliare e a meritare le sue reazioni. Solo dopo ho capito che si trattava di controllo, ossessione, egoismo, totale manipolazione. Eppure anche a quel punto non riuscivo a spezzare le catene. ero come paralizzata, confusa e tanto infelice. Cosi accettavo le botte, gli insulti continui, i ricatti, le vendette, le minacce. Anche se spesso mi sembravano assurdi ed esagerati,anche se mi sentivo sempre accusata di azioni, pensieri e atteggiamenti in realtà mai esistiti. Ero stretta tra la paura che mi ammazzasse e quella che mi lasciasse. Ricordo il terrore di tornare a casa e trovarla derubata o sottosopra. Ricordo che non potevo telefonare neppure ai miei genitori e che il mio telefono non poteva essere occupato. Ricordo le minacce mentre ero in onda e le accuse di flirtare con i telespettatori se non mostravo il suo anello a ogni singola inquadratura. Ricordo che era tutto assurdo, surreale, che non capivo, che lui non mi capiva. Ma restavo lì. Per uno,due anni.mentre lui usciva ed entrava da casaia, scomparendo periodicamente per vendicarsi e farmi ingelosire.ricordo quando mi entro nel pc bloccandomelo dopo avermi preannunciato l emnesima mail di insulti prima di andarsene definitivamente. Ricordo mille e mille episodi,le lacrime, le denunce che puntualmente ritiravo dopo le sue reazioni quando gli venivano notificate. E quando svenni all ufficio immigrazione, mentre urlavo per chiedere e capire se quel mostro avesse davvero preso il passaporto e se ne fosse davvero tornato in libano come mi aveva.scritto per sms nel giorno esatto in.cui gli avevo chiesto: se mai dovessi lasciarmi non farlo in quel particolare giorno. Detto fatto,ovviamente. Ricordo la paura mia, dei miei amici, dei miei familiari. Ricordo che pure loro mi dissero di scegliere, loro o lui. Scelsi lui. E rimasi ancora piu sola e in pericolo.Ricordo l ultima volta che lo vidi, mi inseguiva in auto per le vie di Los angeles dandomi della puttana perche per l ennesima ed ultima volta stavo scappando dalle.sue botte dopo che per la prima volta avevo invece rifiutato un approccio fisico per tutta la mia settimana americana. Ma quella volta la mia fuga fu per sempre. E cavolo quanto ho fatto bene.solo di una cosa sono grata: quei tre anni di infernali montagne russe mi han fatto capire una cosa. Non può essere il sesso il punto dell essere amate. Il punto è essere rispettate e tutelate, nel letto e fuori. punto è poterti fidare davvero di chi hai accanto e poter essere se stessi,senza dover temere conseguenze per tutto. Chiaramente in un ambito di rispetto reciproco. E proprio grazie a quei tre anni sono poi stata in.grado di riconoscere una persona che avesse questa luce fondamentale. Ti amo marito mio

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Parole che descrivono anni vissuti nel terrore e che, purtroppo, siamo sicure molte altre donne potrebbero sottoscrivere. Forse potrebbe esser finalmente giunto il momento di farlo, seguire l’onda della denuncia e non sentirsi mai più sole o colpevoli. Per le donne potrebbe esser iniziata veramente una nuova epoca.

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