Psiche: il sarcasmo come difesa personale

(IStock)

Tutti noi almeno una volta al giorno lo usiamo e molto spesso ne siamo vittime stiamo parlando del sarcasmo, ossia di quella parte della comunicazione umana che si riscontra maggiormente nei dialoghi tra adulti. Il sarcasmo è un mezzo della comunicazione che ci permette di esprimere quello che proviamo in modo socialmente accettabile, ma che in realtà nasconde al suo interno forte rabbia e aggressività.

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Cosa si nasconde dietro il sarcasmo?

Se valutiamo l’etimologia della parola sarcasmo vediamo che letteralmente significa “lacerare carni” il termine quindi esprime al meglio le emozioni di chi lo mette in pratica il cui intento è quello di “danneggiare” e scalfire l’autostima della vittima. Questo tipo di comunicazione viene , nella maggior parte dei casi,  praticata da quelle persone “dipendenti”, ossia bisognose del giudizio altrui per poter vivere. Nel momento in cui viene a mancare il sostegno necessario o l’approvazione esterna il soggetto sente la necessità di reagire con rabbia, che viene espressa sotto forma di sarcasmo appunto, questo agito ha lo scopo di punire chi ha ferito.

La persona che è solita usare questo linguaggio è una persona debole, fragile e bisognosa dell’esterno e del suo appoggio e del suo riconoscimento  per poter vivere. Sono soprattutto le persone fragili e insicure di sè che hanno la tendenza ad utilizzare tale modalità comunicativa, proprio per cercare di imporsi mostrandosi forti e coraggiosi. La comunicazione sarcastica a volte nasconde anche la presenza di un conflitto, che rimane però coperto, tra due interlocutori in cui chi lo usa ha la consapevolezza che in questo modo ferisce l’altro, è un atto intenzionale quindi. Ecco allora che compaiono le “frecciatine” o le battutine taglienti che consentono di danneggiare l’altro per dire che qualcosa non va come dovrebbe, ma il tutto avviene in modo implicito. Il sarcasmo è quindi sinonimo di fragilità e debolezza.

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