LIBRI: Intervista esclusiva al famoso penalista e scrittore Gianluca Arrighi

gianlucaarrighi

Avvocato penalista di fama, è considerato uno dei maestri del legal thriller italiano, ed è autore dei romanzi Crimina romana (2009), Vincolo di sangue (2012) e L’inganno della memoria (2014), oltre che di numerose novelle noir pubblicate da quotidiani e settimanali nazionali.

Nelle trame dei suoi romanzi l’autore intreccia la passione per la professione forense con le crime stories.

Il suo stile essenziale tiene il lettore col fiato sospeso, accompagnandolo nella comprensione di molte dinamiche che regolano la società contemporanea.

Una scrittura pulita, snella, sobria e vitale con cui Arrighi racconta il Male e il crimine.

Un gioco che la sua penna noir esegue con tratti sottili e decisi, sullo sfondo della sua amata Roma.

Noi l’abbiamo intervistato per scoprire un po’ di più della sua doppia anima, del suo mondo “crudo” e dei segreti del suo successo.

Ecco cosa ci ha svelato…

 

Avvocato di successo e scrittore di best-seller… come riesce a conciliare questi due mestieri così impegnativi?

 

La principale fonte d’ispirazione è proprio il mio lavoro e tutto ciò che scrivo è inscindibilmente collegato alla mia professione, sia che si tratti di una fiction sia che si tratti di un romanzo true crime. Conciliare i due mestieri è naturale, perché l’Arrighi scrittore non potrebbe esistere senza l’Arrighi avvocato e viceversa.

 

L’amore per la scrittura è innato o è stato frutto di un evento in particolare?

 

L’amore per la scrittura c’è sempre stato, sin da quando ero bambino. Ricordo che la prima storia di misteri e omicidi la scrissi a dieci anni su un quaderno della quinta elementare. Il fatto suscitò anche una discreta preoccupazione da parte dei miei genitori! 🙂

 

Le sue sono tutte storie attinenti al noir. Le viene mai voglia di scrivere anche altri generi?

 

Nei miei romanzi racconto il crimine, nelle sua varie sfumature e sfaccettature. E’ una materia che ho sempre studiato, che mi appassiona e che è parte integrante del mio lavoro nelle aule di tribunale. Penso che per scrivere una romanzo a sfondo investigativo sia fondamentale innanzi tutto la capacità narrativa dell’autore, ma anche la pratica del diritto e della procedura penale. E’ una questione di rispetto verso i lettori, a cui bisogna raccontare storie realistiche e verosimili. Non credo di avere le conoscenze e le competenze per scrivere storie di altro genere, come ad esempio romanzi d’avventura, d’amore o generazionali.

 

Nei suoi romanzi, vengono messi in evidenza crimini terrificanti. È tutto frutto della fantasia o attinge anche da casi reali?

 

La realtà criminale e giudiziaria supera la più fervida fantasia ed è lì che, principalmente, prendo spunto per le mie storie. Ogni romanzo che scrivo è sempre frutto, in percentuali variabili, del binomio tra fantasia e casi reali.

 

I segreti per un libro di successo?

 

Se conoscessi la risposta a questa domanda sarei depositario di un tesoro inestimabile. Per quel che mi riguarda, cerco sempre di raccontare la storia in modo semplice, sperando che il lettore non sia mai costretto a leggere due volte la stessa cosa per capirla. Penso che la lettura debba essere uno svago e un piacere assoluto. Il linguaggio non deve mai rappresentare un ostacolo, l’obiettivo principale deve essere quello di far svagare il lettore e di trasportarlo in un’altra realtà, avvincente e piena di suspense.

 

Presto uscirà il suo nuovo thriller, qualche anticipazione?

 

Si intitolerà Il confine dell’ombra e sarà in libreria nei primi mesi del 2017. Il protagonista del romanzo sarà ancora Elia Preziosi, che dopo gli accadimenti de L’inganno della memoria tornerà a occuparsi, suo malgrado, di delitti seriali. Questa volta Preziosi lavorerà fianco a fianco con la UACV, l’Unità di Analisi del Crimine Violento, la sezione speciale della Polizia di Stato creata nel 1994 per supportare l’autorità giudiziaria nei casi di omicidi particolarmente efferati.

 

Silvia Casini

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