CINEMA: Recensione del film “Bad Moms – Mamme molto cattive”

badmoms_poster-web_non-censuratoInterpretato da Mila Kunis (Ted), Kristen Bell (Frozen) e Kathryn Hahn (The visit), e diretta da Jon Lucas e Scott Moore (autori di Una notte da leoni), Bad Moms – Mamme molto cattive si è piazzato nella #top3 al suo weekend di apertura e con i suoi 110 milioni al box office è la prima commedia americana ad aver superato i 100 milioni nel 2016.

Distribuito in Italia da Italian International Film e M2 Pictures, Bad Moms – Mamme molto cattive è un esilarante “girl-power movie” che vede protagoniste tre giovani mamme, con una vita apparentemente armoniosa ed appagata, sulla soglia di una crisi esistenziale.

Amy Mitchell (Mila Kunis) ha una vita perfetta: un matrimonio fantastico, dei bambini adorabili, una bella casa e una carriera. Tuttavia lavora troppo, è super impegnata, è esausta a tal punto che sta per perdere la testa. Stufa, unisce le forze con altre due mamme super stressate, Kiki (Kristen Bell) e Carla (Kathryn Hahn), in una missione per liberarsi dalle responsabilità convenzionali (darsi alla pazza gioia, abbandonarsi alla libertà, al divertimento e all’ autoindulgenza) ed entrare in rotta di collisione con la regina dell’Associazione Insegnanti-Genitori, Gwendolyn (Christina Applegate), e la sua cricca di mamme perfette, Vicky (Annie Mumolo) e Stacy (Jada Pinkett Smith).

È così che con un netto richiamo a Mean girls, il film regala al pubblico una visione spassosa e irriverente. Il linguaggio è schietto e scurrile, talvolta persino dissacrante, le gioie della maternità, qui,  vengono rimpiazzate da fiumi di alcool, citazioni filmiche, battute scoppiettanti ed ammiccamenti erotici.

In sostanza, Bad Moms – Mamme molto cattive è un’esilarante e riuscitissima commedia che brilla non solo per le gag, ma anche per le riflessioni argute. Quindi, se state cercando una pellicola leggera, di puro intrattenimento, allora Bad Moms – Mamme molto cattive fa sicuramente al caso vostro, perché vi strapperà molte risate di cuore. Qui, infatti, perfino il turpiloquio funziona… eccome!

Silvia Casini

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