E’ maschietto, ma volevi una femminuccia? Ecco 5 modi per accettarlo.

“Cosa vuoi, maschietto o femminuccia?” “Non ha importanza, basta che stia bene!” Domanda e risposta, scontate diremmo. Ma non sempre è vero. Ci sono mamme che manifestano chiaramente il desiderio di avere un maschietto o una femminuccia, altre invece che non lo dicono espressamente, ma che in fondo hanno una preferenza.

Quando poi arriva la fatidica ecografia in cui è quasi sicuro di poter conoscere la natura del proprio bebè, è probabile che possa esserci un piccola grande delusione, dando così luogo alla frustrazione.

Maschietto o femminuccia?

maschio2La psicoanalista junghiana Marta Tibaldi spiega che quando non si è presa in considerazione ambedue le possibilità, che siano motivo inconsci o per desiderio, e si è convinti che il figlio sarà un maschietto o una femminuccia, allora “la scoperta di un’altra realtà può essere vissuta come un trauma con effetti destabilizzanti sul cosiddetto “mondo ipotetico dell’Io” (è, come si dice, fare i conti senza l’oste, ovvero stare con il desiderio e non con la realtà)”.

La psicoanalista aggiunge che questo squilibro è legato in maniera diretta alle fantasie della mamma rispetto alla gravidanza, di conseguenza alla natura del nascituro. Tali fantasie prendono forma in un contesto dove i vissuti sono complessi: personali, impersonali e culturali.

Personali

Questi dipendono dalla storia che ogni donna ha avuto: figlia unica? Figlia con fratelli e sorelle? Come ha vissuto le gravidanze (di altre donne) in generale o quelle della propria madre? Com’erano i rapporti con i fratelli maschi e le sorelle femmine? Quale immagine di sé è stata data alla femmina a differenza del maschio?

maschio3Impersonali

La gravidanza ci pone davanti alla vita e alla morte, con le classiche domande sull’esistenza, questo consapevolmente o inconsapevolmente (paura di morire in gravidanza). Maschio o femmina sono due aspetti psichici fondamentali che non sempre sono equilibrati tra di loro, che andrebbero approfonditi.

Culturali

Il confronto è a portata di mano. La gravidanza è molto radicata nella cultura che ci offre immagini predefinite con cui la futura madre si confronta, anche in questo caso consapevolmente o meno. Si sa, diventare madre è la cosa più bella che possa capitare ad una donna, la donna si realizza e così via. Non ci sono tanti spazi per ambivalenze, contraddizioni, svantaggi della gravidanza. Lo spazio è ridotto anche per pensare alle difficoltà, ai sentimenti negativi, il rifiuto della condizioni in cui ci si trova.

Marta Tibaldi conclude dicendo “Forse non sapere se è maschio o femmina ci renderebbe tutti più umili (nel senso di essere illusoriamente onnipotenti e in controllo di tutto). La gravidanza è anche un’esperienza anche archetipica di apertura al Se’, che come sappiamo è tutto e quindi bene e male, luce e ombra etc. Dobbiamo ricordarci di guardare a ciò che è più grande di noi con rispetto e di onorare il mistero”.

Ecco i 5 modi di accettazione di maschietto o femminuccia.

  1. Torna a patti con la realtà. Fate incontrare il desiderio e la realtà, facendo ciò il senso di frustrazione vi abbandona.
  1. Ritrovate il desiderio che vi ha portato a volere e concepire un figlio, indipendentemente dal fatto se è maschietto o femminuccia, perché prima di desiderare o l’uno o l’altra , avete desiderato un figlio.
  1. Spostatevi dalla frustrazione al sentimento di amore.
  1. Ritrovate la tenerezza verso quel bambino che tanto avete desiderato, non importa se maschietto o femminuccia.
  2. Focalizzatevi sulla rabbia e sulla frustrazione, poi lasciatele andare via, lasciando spazio soltanto all’amore per quella creatura che portate in grembo.

Fonte: Vanityfair.it

UN VIDEO PER CAPIRE AD QUALE SETTIMANA IN POI SI PUO’ SAPERE SE E’ MASCHIETTO O FEMMINUCCIA!

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