Brexit: l’Europa si organizza

Brexit: l’Unione Europea corre ai ripari dopo lo shock sul referendum in Gran Bretagna che ha deciso l’uscita dalla Ue.

Londra dopo il referendum su Brexit (JUSTIN TALLIS/AFP/Getty Images)
Londra dopo il referendum su Brexit (JUSTIN TALLIS/AFP/Getty Images)

Oggi si incontreranno a Berlino Angela Merkel, Francois Hollande e Matteo Renzi. I leader di Germania, Francia e Italia discuteranno i provvedimenti e le misure da prendere in vista della Brexit, ovvero l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. I tre leader politici avranno anche l’occasione, finalmente, di valutare seriamente quelle misure ormai indifferibili per rafforzare l’Unione, ora che la Gran Bretagna non metterà più ostacoli su questo percorso. Anche perché non c’è molta scelta per la tenuta futura dell’Unione, sia dal punto di vista economico che sociale. Un’Europa più forte serve anche per contenere le spinte estremiste, nazionaliste e populiste che ne minacciano la sopravvivenza e che stanno pericolosamente emergendo in Europa un po’ ovunque. Sarà poi anche l’occasione, si spera, del varo di quei provvedimenti economici e sociali ormai indifferibili per contrastare il gravissimo disagio in cui sono sprofondati milioni di europei, tra disoccupazione, sottooccupazione e impoverimento. Un disagio sociale, causato dalla crisi economica e dai grandi cambiamenti portati dalla globalizzazione, troppo a lungo sottovalutato dalle classi dirigenti europee e che ha fatto esplodere la rabbia e l’avanzata delle formazioni politiche più estremiste. O i leader europei si accorgono di questo problema e si mettono di impegno per risolverlo o il destino dell’Europa sarà segnato e sarà tragico. Quanto accaduto nel Regno Unito, dove il voto a favore dell’uscita dalla Ue è stato soprattutto un voto di protesta e contro le dure politiche del governo di David Cameron, dovrebbe essere di esempio.

Brexit: cosa succede ora

Nel frattempo, dopo le turbolenze sui mercati all’indomani del voto su Brexit, la Borsa di Milano che venerdì era crollata a -12%, il risultato peggiore perfino dopo l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, oggi ha aperto in rialzo. Un timido segnale di ripresa. La sterlina invece cala ancora portandosi a quota 1,3404 sul dollaro e a 1,2153 sull’euro.

Intanto, mentre i leader delle istituzioni europee, come Juncker e Schulz, ma anche i governi di Parigi e Berlino, affrettano il processo di uscita della Gran Bretagna dalla Ue, per non lasciare incertezze sui mercati troppo a lungo, Londra prende tempo. Il ministro dell’Economia del Regno Unito George Osborne, che era per restare nella Us, ha affermato: “Usciremo dall’Unione solo quando saremo pronti“. Insomma, gli inglesi prendono tempo.

Il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker dice che con l’uscita della Gran Bretagna non finisce l’Unione Europea – VIDEO

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