CINEMA: Intervista esclusiva a Lou Roy-Lecollinet, interprete del film “I miei giorni più belli”

4633984_7_16fc_lou-roy-lecollinet-et-quentin-dolmaire-les_a7578eaec15cd9d262d2374794a9af20Desplechin, il grande regista francese che dipinge sentimenti ed emozioni con una maestria unica, torna a raccontarci le vicende di Paul Dédalus, l’enigmatico e romantico anti-eroe già interpretato nel 1996 da Mathieu Amalric in Comment je me suis disputé… (ma vie sexuelle). Ne I miei giorni più belli, incontriamo un Paul bambino e ne ripercorriamo l’infanzia e la giovinezza, segnate da grande passione e amori negati, conquistati e perduti.

Il film è quindi una riflessione di un uomo, Paul, sulle esperienze significative di una vita vissuta intensamente: un’infanzia difficile, un’adolescenza di appassionato impegno politico, una giovinezza segnata da scelte radicali e dall’amore assoluto per una sola donna: Esther.

La maggior parte del film è focalizzato sulla storia d’amore tra i due ragazzi interpretati da Quentin Dolmaire e Lou Roy-Lecollinet. Ecco l’intervista esclusiva alla promettente giovane attrice francese Lou Roy-Lecollinet che interpreta Esther nella pellicola I miei giorni più belli di Arnaud Desplechin, che sarà al cinema (Bologna, Parma, Roma, Ferrara) dal 22 giugno e on demand sulle principali piattaforme.

Miei-giorni-piu-belli-i_ManifestoQuesto è il tuo primo film. Come hai ottenuto la parte?

Frequentavo le superiori fuori Parigi dove studiavo anche recitazione. A dire il vero io non volevo fare l’attrice, più che altro mi interessava la regia. Il mio insegnante aveva saputo del casting e mi aveva incoraggiato. Sono andata più per assecondarlo, anche perché non sapevo come sarebbe andata, era un’opportunità. Arnaud era insieme al suo assistente Stephane Touitou, ho recitato una scena da un film americano ed è andata piuttosto bene. Ricordo che stavo sostenendo l’esame di maturità quando mi hanno comunicato che mi avrebbero mandato la sceneggiatura. Qualche giorno più tardi ho fatto alcune prove con Quentin e mi hanno confermato che avrei fatto parte del cast.

Parlaci di Esther…

È diretta, a volte perfino antipatica, ma è parte del suo charme. È molto sensibile anche se cerca di nasconderlo. Sembra essere molto sicura di sè ma in realtà è molto sola. Il film mostra anche come lei diventi una scrittrice anche se realtà non è una brava studentessa e preferisce parlare al telefono piuttosto che scrivere lettere. Quando la storia d’amore va avanti scopre chi è in realtà. Prima di Paul seduce ragazzi per passare il tempo: crede che sia la sola cosa di cui è capace. Quello che ottiene è attenzione e brevi relazioni. Con Paul è diverso, c’è un vero scambio. Scopre che quella di Paul non è solo attrazione fisica. Paul le apre gli occhi. E da parte sua lei porta un elemento di freschezza. Si muovono in due mondi veramente diversi e sembra che non abbiano nulla in comune. Ma, ognuno a modo suo, ama profondamente l’altro. Esther è la prima persona su cui Paul può realmente contare, anche se non vuole ammetterlo e finge di essere forte. Lei diventa un punto di riferimento nella sua vita.

318dab77f396bc7e231dd5b95599d9dcHai trovato dei punti in comune con Esther mentre leggevi la sceneggiatura?

All’inizio no. Non sono la “bella della scuola” e non potevo capire fino in fondo il suo modo di comportarsi con gli altri. A parte questo, poi mi sono sentita simile a lei. Forse perché non sono un’attrice. Penso che Arnaud mi abbia scelto per essere Esther e non per recitare la sua parte. Ho portato alcune mie caratteristiche nel personaggio e a poco a poco ho notato aspetti di lei condivisibili di cui non mi ero resa conto. A volte, quando non giravamo, Arnaud  notava dei dettagli che gli piacevano e mi chiedeva di portarli nel personaggio: cose semplici come uno sbadiglio, un sospiro, o il mio modo di arricciare le dita dei piedi.

E la preparazione come è stata?

Ho avuto la parte un mese prima dell’inizio delle riprese. Ho fatto qualche prova per i costumi, il make-up, i capelli e ho imparato le battute. Abbiamo anche fatto qualche lettura con Arnaud e Quentin. Procedevamo con cautela perché Arnaud lavora spesso con persone che conosce bene e per noi era la prima volta. È stato un’opportunità per tutti i giovani attori di conoscersi a vicenda. Quando ho scoperto che il casting era completo mi sono fatta dare il numero telefono di tutti e abbiamo poi organizzato qualche serata insieme. È andato tutto molto bene fra noi. Successivamente a Roubaix eravamo tutti nello stesso hotel, cosa che ci ha permesso anche di creare dei legami. Ho sentito un clima di solidarietà, parlavo con chiunque e sono poi rimasta in contatto con alcuni della troupe. Mi è piaciuta molto l’atmosfera familiare. Ho amato l’aspetto collettivo del lavoro artistico, immaginavo il mondo del cinema un po’ più individualista. Arnaud ha un grande rispetto per il lavoro di ciascuno. È molto presente, ad esempio, anche nella fase di make up, dedicando tempo a capire quale sarebbe stato il trucco migliore.

lou-roy-lecollinet (1)Ti ricordi il primo giorno di riprese?

Era la prima volta che Esther entrava in scena fuori dalla scuola. È stata una giornata molto lunga ma non ho avuto molto da fare: ho solo osservato Quentin e scritto delle note. Mi è stato di aiuto perché mi ha permesso di osservare quello che accadeva intorno a me e che cosa stessero facendo le persone della troupe e capire i diversi ruoli.

Arnaud ti ha chiesto di guardare qualche film in particolare?

Ha fatto vedere a tutti Gli amori di una biondaBird e qualche estratto de Le onde del destino. Mi ha anche chiesto di guardare Ai nostri amori, Monika e Tess. Mi hanno aiutato a capire meglio la direzione da prendere… sono tutti personaggi femminili emblematici nella storia del cinema.

lou-roy-lecollinetCome ti ha diretto sul set?

È una persona molto precisa, per questo ottiene esattamente quello che vuole. Ci ha dato poche indicazioni sui sentimenti dei personaggi. Prima di tutto è molto discreto e non vuole e cambiare il nostro modo di percepire noi stessi… Per lui i personaggi appartengono veramente a noi. Arnaud ritiene molto importanti frammenti di frasi, il modo di pronunciare una parola, sospirare in un momento preciso o passarsi una mano tra i capelli. Possono essere dettagli ma sono cose concrete che hanno un’enorme influenza sulla recitazione: ti danno una direzione. Arnaud è in grado di gestire quei piccoli dettagli che ti permettono di sentire e di esprimere quello che lui vuole. Ci mostrava quello che aveva in testa in maniera che lo confrontassimo con quello che noi avevamo immaginato. Qualche volta era divertente, per esempio quando si è messo a recitare la parte di Esther e ha baciato la mano di Paul.

0216.who_.openers.lo23_View-760x757Avete fatto prove, molte riprese?

Non abbiamo fatto molte prove: non penso che Arnaud ci tenga particolarmente. Ne ha volute alcune per le scene d’amore, che lo preoccupavano un po’, sono state d’aiuto per le riprese. Voleva facilitare il lavoro sul set.  Non ci sono state tante riprese perché Arnaud predilige l’efficienza. Mi sono trovata bene, mi piacciono i ritmi frenetici, mi aiutano a restare concentrata. Appena la situazione comincia a calmarsi mi sento stanca e qualche volta mi viene anche sonno. Mi piace vedere che tutti siano al lavoro, mi da’ la sensazione che stiamo facendo qualcosa insieme.

Arnaud Desplechin ha chiesto la tua opinione, per esempio per i costumi o per qualche scena in particolare?

Per le scene di gruppo c’era una piccola parte di improvvisazione, mentre quelle di Esther e Paul erano scritte con grande precisione e abbiamo rispettato il testo. Per quanto riguarda i costumi io sono un pochino retrò come gusto, mi piace il vintage anni 80 anche se qualcuno mi dice che è pacchiano. Per questo sono stata molto felice di dire la mia sui vestiti, Arnaud ha deciso di tenere alcuni miei capi, come ad esempio una sciarpa o i vestiti che avevo nelle foto in stanza di Paul. Arnaud mi anche chiesto di preparare una playlist di canzoni da ascoltare sul set. Ho scelto più che altro musica che evocasse Esther, Roubaix e il film: “Summertime Sadness” di Lana Del Ray, “Ernestine” di Noir Désir, “Te quiero” di Stromae, “Magenta”, una canzone che ha adorato, di una band non molto nota che si chiama Apes and Horses… Anche i Radiohead e qualche hit anni ’80.

lou-roy-lecollinet (1)Ti ricordi di esserti sentita particolarmente contenta alla fine di una ripresa in particolare?

Sì è successo il secondo giorno di riprese per la prima vera scena tra Esther e Paul. Ci abbiamo lavorato cinque ore. Io mi sentivo sempre più a mio agio. Sentivo che qualcosa stava succedendo fra i due personaggi. Alla fine ero veramente soddisfatta, tutti avevano contribuito ad un ottimo lavoro. Ero spesso di buon umore su set. Arnaud diceva “Sei sempre felice!” ed è vero, io lo ero e anche se non avevo niente da fare:  osservavo a fondo le persone che lavoravano, facevo domande e imparavo.

lou-roy-lecollinetE riguardo il tuo ultimo giorno di riprese?

Me lo ricordo molto bene, eravamo nell’attico di Paul. I dialoghi erano molto simbolici io avevo da dire: “non so più cosa è mio e cosa mi hai dato tu”. Ero molto emozionata perché questa scena ha avuto un grande impatto nella mia vita personale: è stata un’esperienza cruciale per me in quel particolare momento e mi ha fatto scoprire molte cose. Alla fine ho registrato la mia voce per la scena in cui Paul ed Esther si lasciano al telefono e ricordo che il tecnico del suono aveva le lacrime agli occhi. Anche per tutto il team è stato un momento cruciale dato che sapevamo che il momento in cui Esther va via avrebbe coinciso con l’imminente fine delle riprese.

18lou_roy_lecollinetQuand’è che hai cominciato ad avere un interesse nella recitazione?

Da bambina volevo essere una cantante. Poi ho pensato che per diventare una cantante dovevo imparare recitazione e danza come in X-Factor! Ho capito in fretta che la danza non era per me – per una brevissima e semplice scena nel film ho avuto bisogno di un coach! Ma amavo recitare e il canto è passato in secondo piano. Ho frequentato laboratori di drammaturgia a scuola, i miei genitori  sono stati sempre molto aperti anche se non erano di questo ambiente. Hanno visto sbocciare questa passione ed erano contenti di quello che stavo facendo. A 10 anni sono capitata in una strepitosa compagnia teatrale a scuola ed è stato allora che mi sono resa conto del genere di teatro che mi piace: vicino a Pommerat, solo  più poetico. E, cosa ancora più importante, c’era un forte spirito di squadra. Ci dicevano sempre che uno spettacolo non sarebbe mai venuto male, se ci fossimo voluti bene e avessimo lavorato insieme. Poi ho seguito corsi di drammaturgia durante il liceo ed è stato allora che ho deciso di voler diventare una regista. Ho avuto un insegnante di teoria fantastico grazie a cui sono riuscita a fare cose che non credevo di saper fare. Lo scorso anno ho aiutato il mio insegnante a scrivere e dirigere la produzione di fine corso. Arnaud mi ha veramente sorpreso venendo allo spettacolo!

Quale film ti hanno colpito particolarmente?

Potrebbe suonare folle, ma adoro Il favoloso mondo di Amélie, mi fa sognare e piangere allo stesso tempo. Quando ero bambina mi piacevano i film della Disney, Brisby e il segreto di Nimh e La pastorella e lo spazzacamino. Quando ho visto Vento di passioni mi sono appassionata a Brad Pitt e ho visto tutti i suoi film. Anche i film di Miyazaki, in particolare Principessa Mononoke. Recentemente mi sono piaciuti Melancholia e Mommy.

C’è qualche attore o attrice in particolare che considereresti un esempio come stile di recitazione o per il suo percorso professionale?

Io ammiro molto Scarlett Johansson. La sua filmografia è molto varia e lei dà sempre il 100% in ogni ruolo che interpreta. Sembra sempre molto sincera anche se è una star così importante.

Come immagini il tuo futuro al cinema o al teatro?

Mi piacerebbe molto recitare in un altro film. Sono stata veramente fortunata a cominciare con Arnaud. Quello che mi interessa capire ora è se ho amato di più lavorare con Arnaud e la sua troupe o essere un’attrice. Mi piace creare immagini attraverso il teatro, i film, la fotografia. Potrei studiare fotografia l’anno prossimo. Ma il mio sogno in realtà è avere un mio piccolo teatro – nella provincia perché penso che sia un vero peccato che ogni cosa debba essere solo a Parigi – e recitarvi in un paio di spettacoli a stagione con la mia compagnia.

Silvia Casini

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