Antibioticoresistenza! Scoperto il primo caso in America. E’ allarme mondiale!

 

Una parola che deve entrare nel lessico di tutti, antibioticoresistenza. E’ stato scoperto il primo caso negli Stati Uniti ed è subito allarme mondiale.

Una donna 49enne della Pennsylvania è risultata portatrice di un batterio con un gene che rende lo stesso batterio resistente, perfino a uno degli antibiotici più potenti. Questo studio è stato pubblicato su Antimicrobial agents and chemotherapy, rivista dell’American society for microbiology.

L’antibioticoresistenza può essere mortale!

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Si tratta di un ceppo di escherichia coli che è risultato resistente all’antibiotico colistina, usato come ultima possibilità per curare questa tipologia di batteri resistenti, tanto è che gli stessi esperti li hanno nominati “batteri da incubo”, avendo la capacità di causare la morte fino al 50% dei pazienti affetti dallo stesso.

Trattandosi del primo caso scoperto, commentano gli autori, è come preannunciare la comparsa di un batterio resistente ai farmaci, da qui la paura che possa rappresentare la fine degli antibiotici che per taluni sono un salva vita. “L’era del post-antibiotico è iniziata”, ha detto Thomas R. Frieden, direttore dei Centers for Disease Control and Prevention (ente della salute pubblica).

“Il prossimo passo è trovare nuove cure contro questi batteri resistenti, da quanto sappiamo è il primo caso di mcr-1 negli Usa”, questo è quanto diffuso nello studio coordinato dal Walter Reed National Military Center.

Il gene mcr-1, che permette ai batteri di diventare resistenti, è stato individuato per la prima volta in una ricerca cinese nel novembre scorso. Tale studio aveva evidenziato la presenza di questo gene in batteri comuni ma potenzialmente mortali come l’escherichia coli e klebsiella penumoniae, responsabili di polmoniti e malattie ematiche. Ed è proprio questo gene che rende questi batteri incurabili. La diffusione può avvenire facilmente da un ceppo all’altro, da qui l’allarme che possa avere un forte “potenziale epidemico”.

Quali rischi si potrebbero correre?

Ve lo spiegheremo sulla prossima pagina.

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