Campagna shock: i vestiti delle vittime di violenza sessuale

I vestiti delle vittime di violenza sessuale nelle fotografie di una campagna di sensibilizzazione.

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Ancora spesso, purtroppo, le vittime di violenza sessuale vengono colpevolizzate per l’aggressione subita. Si tende a metterle sul banco degli imputati nonostante siano vittime, si chiede loro se abbiano provocato la violenza e spesso si chiede loro che cosa indossassero. Perché è ancora convinzione comune, dura a morire anche nei Paesi che si ritengono civili, che siano le vittime a provocare il violentatore, con un comportamento inopportuno o indossando abiti discinti.

Per rispondere a questo pregiudizio così diffuso, una studentessa americana di fotografia, Katherine Cambareri, ha deciso di lanciare una sfida e fotografare i vestiti delle vittime di violenza sessuale. All’Huffington Post Usa, L studentessa ha raccontato: “Durante l’estate ho letto Missoula di Jon Krakauer: mi ha fatto infuriare l’ingiustizia con cui vengono gestiti i casi di aggressione sessuale… Questo libro mi ha letteralmente aperto gli occhi sulla colpevolizzazione delle vittime e sulle domande che vengono poste loro, come cosa stavano bevendo e cosa indossavano quando sono state assalite”. “Simili domande vengono poste per proteggere il colpevole, non la vittima – ha continuato – trovo assurdo che le sopravvissute siano spesso additate prima ancora che abbiano l’opportunità di raccontare la loro storia. Volevo fare qualcosa per dimostrare quanto tutto questo sia inopportuno”.

Katherine Cambareri ha così pensato di contattare le vittime di violenza, in particolare studentesse universitarie, per chiedere loro di raccontare la loro storia e di poter fotografare i loro abiti al momento dell’aggressione e mostrarli al pubblico. La ragazza all’inizio ha avuto qualche timore nel dover far rivivere alle vittime un’esperienza tanto dolorosa, ma è riuscita a guadagnarsi la loro fiducia.

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