Obesità nei bambini: è colpa dei batteri

L’obesità nei bambini può essere causata dai batteri. Importante scoperta dei ricercatori dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Bambino obeso (Thinkstock)
Bambino obeso (Thinkstock)

Si tratta di una scoperta molto importante destinata a rivoluzionare la cura dell’obesità nei bambini. I ricercatori dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma hanno accertato per la prima volta che nello sviluppo dell’obesità e del fegato grasso nei bambini sono coinvolti alcuni tipi di batteri. La scoperta riguarda il microbiota, ovvero l’insieme di microorganismi situati nel tubo digerente e un tempo conosciuti come flora intestinale.

Sarebbe la presenza o l’assenza di questi batteri nell’intestino a provocare il fegato grasso e l’obesità nei bambini.

I ricercatori italiani hanno scoperto che nell’intestino dei bambini obesi e con fegato grasso alcune famiglie di batteri, come Ruminococcus e Dorea, sono troppo numerose rispetto a quelle presenti in un soggetto sano, mentre altre, come Oscillospira, sono troppe scarse. Si tratta di una scoperta molto importante che per la prima volta a livello internazionale descrive un modello di microbiota associato a fegato grasso e obesità.

Obesità nei bambini: l’importanza dell’uso dei probiotici

La scoperta del legame tra alterazione della flora intestinale e obesità apre ora la strada a nuove cure, più efficaci, con la realizzazione di integratori a base di microrganismi, i probiotici, su misura per bambini affetti da fegato grasso e obesità.

Inoltre, dato il vasto consumo di integratori alimentari, un uso più ‘mirato’ dei probiotici comporterebbe anche un risparmio di spesa per i cittadini.

La scoperta dei ricercatori del Bambino Gesù, poi, dimostra che “per avere un fegato sano bisogna avere un intestino sano, popolato cioè da batteri ‘amici'”, ha detto Valerio Nobili, responsabile di malattie epato-metaboliche dell’Ospedale. Inoltre, ha aggiunto, “si conferma l’importanza strategica del ruolo dei probiotici nell’obesità e nel fegato grasso, ma anche e soprattutto la necessità di nuove associazioni e formulazioni di batteri per combattere tali patologie”.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Hepatology.

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