Vedovi: la persona amata c’è anche dopo la morte

I vedovi sentono la presenza della persona amata anche dopo la morte. Un fenomeno che ha una spiegazione scientifica precisa. Ecco di cosa si tratta.

Vedova (iStock)
Vedova (iStock)

A molte persone rimaste vedove capita di sentire o avvertire la presenza della persona amata anche dopo la morte, soprattutto in casa, nell’ambiente familiare condiviso per anni. Si tratta di un fenomeno ben preciso, chiamato con il nome di esperienze allucinatorie post lutto (Pbhe). Ci sono vedovi che hanno riferito di aver sentito la voce della persona amata in casa, o di averne sentito la presenza a letto mentre dormivano, altri hanno addirittura detto di averla vista seduta sulla poltrona in salotto.

Si tratta di suggestioni dovute alla difficoltà di separarsi dal compagno o dalla compagna con cui si sono vissuti molti anni insieme, soprattutto quando c’è stato un grande amore, che continua anche dopo la morte.

Questo fenomeno è stato studiato scientificamente dai ricercatori del Dipartimento di Scienze della salute dell’Università degli Studi di Milano, secondo i quali una percentuale che va dal 30 al 60% dei vedovi ha avuto esperienze allucinatorie post lutto. Un dato molto importante che conferma l’esistenza di questi fenomeni e conferisce loro una certa legittimità dal punto di vista scientifico. Non si tratterebbe di esperienze eccezionali e anche se considerate “anormali” non sono necessariamente patologiche. Molte persone che non hanno mai sofferto di disturbi mentali hanno provato esperienze allucinatorie post lutto.

Gli studi su questi fenomeni devono essere ancora approfonditi, anche per stabilire con precisione i confini tra quelle che sono esperienze fisiologiche e quelle che invece sono patologiche. Lo studio dei ricercatori italiani, tuttavia, ha avuto il merito di sollevare l’interesse della comunità scientifica internazionale su queste esperienze sensoriali post lutto. La ricerca, che si basa su una revisione di precedenti studi e letteratura sul tema, è stata pubblicata sulla rivista “Journal of Affective Disorder”.

A noi di CheDonna piace immaginare che al di là del rigoroso accertamento scientifico, sicuramente importante per spiegare certi fenomeni e da tenere in considerazione, le persone care che non ci sono più stiano veramente accanto a noi con la loro presenza nella nostra vita di tutti i giorni. Possiamo chiamare questo fenomeno come volete, ma anche la spiritualità fa parte della nostra vita e la scienza, con tutto il rispetto, non può arrivare a spiegare tutto.

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