LIBRI: ‘Henri Toulouse-Lautrec’, la vita all’eccesso di un artista geniale

24bc84ad-7ff7-4901-9617-d646d30c0ec6Nobile di un importante casato nei pressi di Tolosa, Henri de Toulouse-Lautrec non ebbe una vita facile. Funestato fin dalla giovinezza dalla picnonidosi o “disordine delle ossa dense”, sindrome che è anche conosciuta come sindrome di Toulouse-Lautrec, il nobile si presentava come decisamente brevilineo.

I francesi dell’Ottocento non erano propriamente campioni del politically correct e Henry dovette cercare a fondo la propria felicità al riparo dallo stigma costante.

Parallelamente alla presa di coscienza della sua condizione fisica, l’educazione artistica del giovane si sviluppava in una direzione sempre più determinata. Benché la famiglia non approvasse la passione per il disegno del contino, la madre non ebbe mai il cuore di non assecondare i suoi desideri in fatto di formazione.

Dopo gli insegnamenti del precettore (il pittore Princeteau) Henry sviluppò la sua istruzione nelle botteghe più blasonate come quelle di Bonnat e infine Cormon. E fu proprio presso la bottega di Fernand Cormon che conobbe Vincent Van Gogh, anche se questi stava finendo il proprio apprendistato. Si rivedranno in seguito i due e Henri de Toulouse-Lautrec dedicherà alcuni disegni memorabili alla ieratica figura del grande pittore olandese. Tra i maestri di vita e di pittura poteva annoverare anche il più importante pittore di ballerine: Edgar Degas.

Quale posto migliore della rutilante Parigi del tempo (e segnatamente Montmartre) per mimetizzare la propria deformità all’interno del circo cabarettistico ricco di ballerine scollacciate, animali, vedette dello spettacolo, prostitute, artisti di dubbio gusto come Le Pétomane e impresari visionari?
Tra ballerine come La Goulouse e impresari come Aristide Bruant (quello del famoisissimo ritratto) il pittore trovò la sua casa e ricambiò quel senso di famigliarità con i migliori cartelloni, disegni, dipinti e litografie che l’effervescente gruppo di impresari e artisti parigini potesse sognare. Gli autori raccontano con dovizia di particolari la strana famiglia e la creatività perpetua dell’artista : “In mezzo al disordine del suo tavolino non vi erano soltanto bicchieri e bottiglie, mutandine, piumini da cipria o qualunque altro ricordo della serata che avesse colpito la sua fantasia; vi erano anche, invariabilmente, un album da disegno e una matita”.
I coniugi Hanson si addentrano nella descrizione delle tecniche innovative dell’artista, ma soprattutto ne notano e sottolineano la freschezza e l’estrema originalità dello sguardo. Tanto la sua arte si può definire immortale, quanto la vita che Toulouse-Lautrec conduceva  composta di poco sonno, alcolismo, droghe, frequentazione assidue di lavoratrici del sesso (oltre che funestata dalla malattia) fu breve. Una biografia completa che serve per ricordare l’uomo che si cela dietro le note, incredibili, tele.

Fino all’8 Maggio la mostra al museo dell’Ara Pacis (Roma) con 170 opere dell’artista.

Lawrence ed Elisabeth Hanson sono tra i più prolifici biografi della Gran Bretagna. Hanno dedicato le loro ricerche alle affascinanti esistenze dei più celebri scrittori e pittori dell’Ottocento: Verlaine, Renoir, Rimbaud, Cézanne e molti altri. Già usciti per Odoya: Vincent van Gogh e Paul Gauguin (2015).

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