“Lentamente, con grandi sofferenze e molte gioie, grazie agli amici e alla maturità («Se tutto questo fosse accaduto dieci anni fa, probabilmente non sarei qui a raccontarlo», dice lui), ha riconquistato «la coordinazione tra corpo e mente necessaria per tornare al pianoforte». E ha scoperto nuove verità: «Che siamo belli. Noi esseri umani siamo bellissimi, ma spesso, chissà perché, tendiamo a dimenticarcene. Che non esistono storie brutte, ma solo tristi, o allegre. E che dobbiamo avere paura solo delle storie noiose. Ora parlo a fatica, non posso più correre, ma riesco ancora a suonare. E nel momento in cui metto le mani sulla tastiera volo lontano da ogni problema.”
Il mondo ha bisogno di musica, esordisce Carlo Conti ieri sera sul palco dell’Ariston, guardando un Ezio Bosso decisamente emozionato.
“La musica siamo noi, la musica è una fortuna che condividiamo. Noi mettiamo le mani, ma ci insegnano la cosa più importante che esista: ascoltare.” “La musica è una vera magia, infatti sapete che non a caso i direttori hanno la bacchetta, come il mago”.
Ezio Bosso ha commosso il pubblico del Festival di Sanremo, non soltanto con la sua musica, mentre accarezzava letteralmente i tasti del pianoforte per suonare Following a Bird, ma con la sua persona, con il suo essere un tutt’uno con la musica.
Following a Bird è il brano con cui apre tutti i suoi concerti e spiega “seguendo quell’uccellino che volava mi sono perso e mi sono messo a ragionare sull’importanza di perdersi per imparare a seguire, noi diciamo perdere è brutto, nessuno perde, ma a volte perdere i pregiudizi , perdere le paure, perdere il dolore ci avvicina e ci fa seguire”.
Dopo la sua performance al pianoforte, nel teatro Ariston è scoppiato un boato di applausi e una standing ovation ha coronato l’uscita dal palco del compositore e direttore d’orchestra.
Una standing ovation non solo per la sua musica, ma per l’uomo che è.
“Ricordatevi sempre, la musica come la vita si può fare solo in un modo: insieme!”, Ezio Bosso.