Notizie del giorno: Giulio Regeni è stato torturato

L'Ambasciatore italiano in Egitto Maurizio Massari, all'obitorio dove si trova il corpo di Giulio Regeni (MOHAMED EL-SHAHED/AFP/Getty Images)
L’Ambasciatore italiano in Egitto Maurizio Massari, all’obitorio dove si trova il corpo di Giulio Regeni (MOHAMED EL-SHAHED/AFP/Getty Images)

Emergono dettagli sconcertanti sulla morte di Giulio Regeni, il giovane dottorando italiano scomparso dal Cairo il 25 febbraio, dove studiava, e ritrovato cadavere in un fosso lungo una strada della periferia della capitale egiziana il 3 febbraio. Il corpo del giovane è stato trovato da alcuni operai che stavano lavorando ad un cantiere e nel giro di poche ore a quel corpo è stato dato un nome. Il cadavere del povero ragazzo era nudo dalla vita in giù, presentava bruciature e tagli da coltello. Segni inequivocabili di tortura e di una morte lenta. In un primo momento la polizia egiziana aveva incredibilmente parlato di morte per incidente stradale, un chiaro tentativo di depistaggio in una morte circondata da molte ombre. Fortunatamente Il procuratore egiziano ha riconosciuto la realtà dei fatti, parlando di tortura nei confronti del povero ragazzo. Il ministro degli estri, Paolo Gentiloni, ha chiesto la “verità” alle autorità egiziane e il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha telefonato al premier Matteo Renzi, esprimendo le proprie condoglianze per la morte di Regeni e assicurando di aver ordinato al ministero dell’Interno e alla Procura generale egiziana di “perseguire ogni sforzo per togliere ogni ambiguità” e “svelare tutte le circostanze” della morte di Giulio Regeni. Al Sisi ha detto a Renzi che si tratta di un caso al quale “le autorità egiziane attribuiscono un’estrema importanza” e ha promesso cooperazione all’Italia. Renzi dal canto suo ha sollecitato la restituzione del corpo del giovane e ha chiesto il pieno accesso dei rappresentanti italiani in Egitto per seguire gli sviluppi delle indagini.

Intanto, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti per il reato di omicidio, affidando le indagini alla polizia giudiziaria. Oggi un team di sette agenti di Polizia, Carabinieri e Interpol partirà per il Cairo per seguire le indagini sulla morte di Giulio Regeni, in collaborazione con le autorità egiziane.

Regeni, originario di Fiumicello, in provincia di Udine, era uno studente dell’Università di Cambridge e al Cairo stava conducendo degli studi sull’economia egiziana, i diritti dei lavoratori e i sindacati in Egitto. Questioni delicate in un Paese ancora in tumulto. Pare che Regeni avesse preso contatti in segreto con alcuni attivisti sindacali egiziani. Si è venuto a sapere, poi, che il giovane studioso collaborava con il quotidiano Il Manifesto, ma firmava i suoi articoli sotto pseudonimo perché temeva per la sua incolumità.

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