Mamma e figlio maschio: un rapporto particolare!

Alla domanda qual è la differenza tra un rapporto di una madre con figlio maschio e figlia femmina, la docente ha risposto che il fulcro è proprio l’attrazione dei sessi contrari, dettata dalla natura e che innesta nel rapporto madre-figlio un comportamento seduttivo da parte della madre, accolto con piacere dal figlio vedendo nella figura materna una presenza costante. Ciò non significa che una figlia femmina non instauri un relazione speciale con la madre, ma avviene più tardi (verso i 5 anni), quando la bambina inizia a prendere come modello la figura materna.

img1L’unicità del rapporto madre-figlio può diventare morboso ed è questo il confine che non dovrà superare. Una madre, anche inconsapevolmente, può impedire lo sviluppo delle varie tappe evolutive del proprio figlio. Cioè, da 0 a 2 anni ne impedisce la socializzazione, da 2 a 4 anni ne vanifica la capacità di giocare da solo e usare la fantasia, dai 4 ai 7 taglia il modello della figura paterna o del maschio in generale su cui il bambino deve modellare la sua personalità, dai 7 agli 11 ne limita l’esplorazione del mondo e dai 12 anni in poi ne impedisce e limita la libertà di uscire dal raggio genitoriale per trovare all’esterno altre figure di riferimento.

Prima abbiamo accennato agli “effetti indesiderati” e uno di questi, forse il più importante, compare dai 10 anni in poi, quando i figli maschi iniziano ad evitare qualunque tipo di coccola o smanceria con la madre. E’ un sentimento di rabbia verso la figura materna che diventa troppo ingombrante. Sentono il bisogno di un distacco fisico ed emotivo-affettivo, anche se a 10 anni si ha ancora bisogno del contatto con la mamma. Ma può verificarsi anche la situazione opposta: Il bambino non si rende conto di avere la capacità di stare da solo per cui prolunga la dipendenza dalla madre; se quest’ultima lo asseconda, non fa altro che peggiorare la situazione.

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