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elezioni in Spagna, il premier Rajoy (CESAR MANSO/AFP/Getty Images)
elezioni in Spagna, il premier Rajoy (CESAR MANSO/AFP/Getty Images)

In Spagna è ancora “nebbia” fitta sulla formazione del nuovo governo. Il risultato delle elezioni politiche non ha dato a nessun partito la maggioranza assoluta, aprendo uno scenario di ingovernabilità all’italiana che non si era mai verificato in Spagna in 40 anni di democrazia e mettendo fine al bipolarismo. Il malcontento della popolazione, dovuto alle dure misure di austerità e al dilagare della corruzione nei principali partiti, ha portato la gente a votare per le nuove formazioni politiche, come Podemos e Ciudadanos. I partiti tradizionali, popolare e socialista, che finora si erano alternati nella guida del Paese, sono sempre i primi due ma con voti e seggi insufficienti a formare un governo autonomamente. Se si vuole evitare il ritorno alle urne, l’unica via resta quella della formazione di una grande coalizione di governo, come già avvenuto peraltro in Germania, con cristiano democratici e socialisti al governo, e in Italia, con l’alleanza del Pd con Ncd e Scelta Civica. Ieri, però, i socialisti del Psoe hanno già detto di non essere disposti a formare un governo con il Partito Popolare del premier Mariano Rajoy. Nel frattempo, Pablo Iglesias, leafder di Podemos, ha detto che è arrivato il momento del “compromesso storico” e che “è l’ora degli statisti”, sottolineando la necessità di aprire una nuova fase in Spagna. Iglesias ha avanzato una proposta di riforma costituzionale in 5 punti: legge elettorale proporzionale, ‘blindare’ i diritti sociali, garantire il ‘diritto di decidere’ e un referendum sulla indipendenza della Catalogna, l’indipendenza della giustizia, e la fine delle ‘porte giratorie’ fra politica e grandi imprese. Pablo Iglesias vorrebbe dunque un governo di unità nazionale, mentre ha spiegato che si opporrà a un governo guidato dal premier uscente Mariano Rajoy. Ha poi accusato i dirigenti del Psoe di voler consentire a Rajoy di restare al potere. I leader di Podemos ha sottolineato che il Psoe ha perso sei milioni di voti rispetto al suo migliore risultato, nel 2008 con José Luis Zapatero, e che il Pp ha registrato il peggiore risultato dal 1989. Infine, Iglesias ha detto che Podemos è pronto ad affrontare elezioni anticipate se la situazione politica rimarrà bloccata. “Se si torna a votare, possiamo essere molto ottimisti”, ha concluso.

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